Nasce Nina, l’intelligenza artificiale contro la mozzarella di bufala fake

Se è finalmente possibile sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale, perché non impiegarla anche per combattere le contraffazioni in ambito alimentare? É stata sicuramente questa la domanda che il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop si sarà posto per dar vita a un progetto tanto innovativo, quanto efficace: impiegare l’AI per tutelare un prodotto Dop fin troppo spesso imitato e, di conseguenza, svalutato.

Nina, la “guardia del corpo” della mozzarella di bufala

Da qui nasce Nina, ideata dal Consorzio e commissionata alla società Farzati Spa che, tramite l’intelligenza artificiale, ha creato una vera e propria guardia del corpo virtuale della mozzarella di bufala campana Dop.

Il nome non è stato scelto a caso: Nina, infatti, è una delle bufale più longeve e produttive nella storia del comparto. La piattaforma è in grado di rilevare e riconoscere i parametri di unicità degli incarti e il suo periodo di apprendimento, già in corso, dovrebbe terminare nell’arco di un anno, a seguito del quale potrà essere finalmente pronta per contrastare i prodotti fake.

Pensando a Nina non bisogna tirare in ballo ChatGpt, perché funzionano in modo completamente differente: la guardia del corpo, in pratica, monitora la rete, cerca di verificare con tecniche di “scraping” tutte le informazioni riguardanti la Mozzarella di Bufala che va via via incontrando, le analizza seguendo ciò che ha precedentemente appreso e segnala eventuali imitazioni, contraffazioni, abusi ed evocazioni.

In sostanza, Nina controlla gli incarti di mozzarella Dop, impara a distinguere quelli autentici dalle imitazioni e, al contempo, migliora la sua esperienza: tramite la catalogazione di oltre 26mila etichette diverse, infatti, Nina registra e impara. Probabilmente, arriverà al punto da essere talmente tanto precisa da rivelarsi praticamente infallibile.

Ma non solo, perché attraverso 7 diversi algoritmi applicati alla scansione degli incarti, Nina potrà anche individuare un testo tradotto male dall’italiano, valutare la validità della scala cromatica e il font impiegato per i testi, così come notare eventuali differenze nei parametri dell’etichetta (come bollini CE e dati del disciplinare) rispetto alle versioni autentiche. Basterà una semplice anomalia per far partire la segnalazione di Nina.

Mozzarella di bufala

“Il progetto è un modello di innovazione nel settore caseario” ha spiegato Giorgio Ciardella, Cto di Farzati. “Attraverso l’impiego di tecnologie avanzate, questa iniziativa non solo tutela uno dei prodotti più rappresentativi dell’eccellenza italiana, ma stabilisce anche nuovi standard per l’intero settore agroalimentare”.

“Questa innovazione rappresenta un salto di qualità nell’attività di vigilanza sulla mozzarella di bufala campana Dop e testimonia che, se ben utilizzata, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto alla tutela del Made in Italy”, ha aggiunto il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani. La piattaforma di vigilanza, infatti, opera dal 2014 e Nina sarà un servizio di grande supporto sia per le aziende produttrici, sia per il consumatore finale.

“L’obiettivo del nostro Consorzio – ha sottolineato il presidente Domenico Raimondo – è di potenziare sempre più la trasparenza del comparto, puntando sull’innovazione digitale. Questo progetto si aggiunge alla totale tracciabilità della filiera, che oggi, partendo da una singola mozzarella di bufala Dop consente di risalire fino alla partita di latte con cui è stata prodotta. La minaccia della contraffazione e dell’Italian sounding (chiamare il prodotto “mozzabella” per esempio) è sempre dietro l’angolo, specie per chi fa grande qualità. Più un prodotto è buono e amato, e più viene copiato. Nina e le nostre squadre ispettive – ha concluso – insieme lavorano a garanzia dell’esperienza del consumatore finale”.

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