Le sfide dell’enologia oggi: le risposte dell’enologo. Intervista a Fabio Mecca

Fabio Mecca, classe 1982, un nome che da anni è abbinato all’enologia italiana, all’attivo collaborazioni con decine di cantine da nord a sud che insieme a lui sono cresciute e continuano a farlo.

Fabio in cantina ci è nato, fin da piccolo, nell’azienda di famiglia, apprendeva i segreti dell’arte antica di fare vino. La Basilicata è il punto di partenza del suo percorso professionale e di vita dedicato all’enologia e alla consulenza: formazione a Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche a Conegliano e poi molteplici collaborazioni con cantine di tutto il territorio. Un territorio a cui ha sempre guardato con grande attenzione cercando la maggiore fedeltà possibile nella bottiglia, sfida dopo sfida.

Fabio cosa offri alle cantine con cui collabori o collaborerai? 

“Tutto me stesso! Anche dopo 18 anni di lavoro come enologo, non riesco mai a risparmiarmi, ogni azienda, ogni vino, ogni progetto sia esso nuovo o con il quale già lavoro da tempo è parte integrante del mio essere professionista.” 


Cosa cercano le cantine oggi? 

“La figura dell’enologo è cambiata negli anni passando dal ‘chimico’ che aggiustava i vini rendendoli bevibili, ad essere centrale nel mondo della vita di una azienda. Oltre al vino, ora deve occuparsi degli aspetti manageriali e operativi. Tra degustazioni specifiche con rete agenti o incontri con giornalisti, deve non di meno saper raccontare il territorio e i vini prodotti. È una bella sfida e rende il nostro lavoro molto più dinamico ed interessante.”

E tu cosa cerchi in una cantina? 

“Nelle cantine cerco certamente fiducia, in quanto se i miei protocolli o consigli non vengono poi applicati correttamente diventa difficile poter ottenere il risultato da raggiungere, cerco inoltre ambizione e voglia di fare bene.”

E quindi il vino secondo te chi lo fa? È cambiato qualcosa, rispetto al passato?

“Il vino viene fatto da tutto il team di lavoro, dal potatore al trattorista, dal cantiniere all’amministrazione, tutto deve essere sincronizzato e gestito con assoluta attenzione e professionalità, l’approssimazione crea un risultato inadatto ad ogni progetto. Ora tutte le aziende sanno fare vino buono o quanto meno corretto, quindi vi è maggiore competitività e difficoltà di entrare nel mercato, non bisogna mai dare nulla per scontato e percorrere ogni strada possibile.”

Fabio Mecca vigna

E dopo un 2023 così sfidante, progetti/previsioni per il 2024? 

“Il progetto più importante è affrontare con grande professionalità ed attenzione l’operazione di potatura, deve essere chirurgica e professionale. A mio avviso la vendemmia 2024 non sarà semplice, lo scorso anno abbiamo avuto grandi problemi, molti viticoltori hanno smesso di trattare i vigneti facendo si che il problema persistesse sino a seccare alcuni tralci. Bisognerà essere attenti e tempestivi nei trattamenti e molto puntuali nelle operazioni di gestione del verde.” 

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