Emergenza abbandono olivicoltura tradizionale e storica: primo incontro del tavolo tecnico Città dell’Olio

Si è tenuto il primo incontro del tavolo tecnico interdisciplinare voluto dalle Città dell’Olio e presieduto da esperti del mondo scientifico, accademico e della produzione, Enti e associazioni di categoria.

Il meeting è stato organizzato a seguito dei dati riportati dal Rapporto ISMEA “Scheda di settore, Olio di oliva, febbraio 2023” che copre il decennio tra il 2010 e il 2020, che mostrano un graduale e progressivo abbandono dell’olivicoltura tradizionale e storica da parte di imprenditori agricoli, privati cittadini e hobbisti, il tutto confermato dalla riduzione delle aziende olivicole italiane negli ultimi anni (ben il 31% in meno).

In particolare, i dati rivelano che il numero di aziende olivicole si è ridotto di 26.622 unità in 3 anni (in media 8.874 unità all’anno), mentre la superficie destinata alla coltivazione è diminuita di 5.750 ettari in 3 anni (con una media di 1.917 ettari l’anno).

Le cause dell’abbandono dell’olivicoltura tradizionale

Tra i principali fattori di debolezza della fase agricola che sono stati evidenziati da ISMEA emerge l’abbandono degli oliveti marginali o lavorati in modo non professionale, oltre all’esiguo ricambio generazionale e alla scarsa capacità di irrigazione.

Tra le principali opportunità, invece, risaltano l’oleoturismo e la diversificazione delle attività correlate alle aziende olivicole, due grandi strategia per un eventuale rilancio del settore. Ed è proprio in questa prospettiva che si posiziona l’iniziativa promossa dall’Associazione nazionale Città dell’Olio che, appunto, ha organizzato il primo tavolo tecnico interdisciplinare che accoglie esperti provenienti da settori diversi e specializzati con l’obiettivo di elaborare e presentare una proposta di legge a livello nazionale volta a contrastare l’abbandono dlel’olivicoltura tradizionale e storica.

Città dell'Olio Tavolo Tecnico

A tal proposito si è espresso Michele Sonnessa, Presidente delle Città dell’Olio: “L’emergenza rappresentata dall’abbandono dei territori olivicoli mette in relazione tematiche diverse ma fortemente connesse tra loro: lo spopolamento e il declino delle aree interne con forti problemi di sviluppo, l’invecchiamento della popolazione agricola e il mancato ricambio generazionale, il mancato o basso reddito degli olivicoltori, i ritardi nel recepimento dell’innovazione tecnologica, la frammentazione produttiva. In relazione ai servizi ecosistemici che l’olivicoltura tradizionale e storica genera – ha spiegato – il recupero delle olivete abbandonate porta benefici non solo economici ma anche sociali e ambientali in quanto incide sugli aspetti legati al paesaggio rurale inteso come elemento di attrattività turistica, al mantenimento della biodiversità olivicola, alla riduzione del rischio idro-geologico e alla prevenzione degli incendi, alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico (CO2) così come al più ampio tema della sostenibilità”.

Il discorso di Sonnessa punta proprio all’olivicoltura considerata “marginale” che, in realtà, può rivelarsi “una straordinaria opportunità soprattutto se saremo in grado di raccontare l’alto valore ambientale e paesaggistico dei luoghi di produzione delle aree interne e svantaggiate del nostro Paese in cui nascono e crescono vere e proprie Comunità dell’Olio che dobbiamo sostenere e valorizzare attraverso l’oleoturismo. Per raggiungere questi obiettivi, occorre agire sul piano della governance con una proposta di legge nazionale per il contrasto dell’abbandono dell’olivicoltura storica e tradizionale. Noi ci siamo e ringraziamo tutti i componenti del Tavolo Tecnico per aver raccolto questa importante sfida”.

Gli obiettivi del tavolo tecnico

Il primo incontro del tavolo tecnico si è tenuto il 12 marzo; alla fine, è emersa la necessità di iniziare un censimento delle olivete abbandonate su tutto il territorio sia nazionale, che regionale e di individuare tutti quegli strumenti che possano contribuire a contrastare l’abbandono dell’olivicoltura tradizionale, comprese l’introduzione di agevolazioni fiscali a sostegno delle aziende olivicole e dei privati cittadini che desiderano recuperare oliveti abbandonati e la costituzione di cooperative che valorizzino le potenzialità del territorio, recuperino i territori abbandonati e incolti e diano il via a una serie di piccole opere di manutenzione ordinaria delle infrastrutture.

Componenti in collegamento Tavolo Tecnico

Infine, un altro obiettivo consiste nella creazione di un organo appositamente dedicato al monitoraggio periodico inteso come luogo e momento di integrazione e contatto tra amministrazione, università e centri di ricerca in materia di gestione del paesaggio; insomma, un vero e proprio centro per lo studio e il monitoraggio dei paesaggi olivicoli con la prospettiva di una pianificazione territoriale più sostenibile.

Il prossimo tavolo tecnico si terrà a maggio; al primo hanno partecipato:

  • Mauro Agnoletti, Direttore del Laboratorio per il Paesaggio e i Beni Culturali (CultLab) e Titolare della Cattedra UNESCO Paesaggi del Patrimonio Agricolo presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze;
  • Leonardo Casini, Professore di Economia e Politiche Agroalimentari presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze;
  • Giulia De Angelis, Vice-presidente Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP);
  • Pasquale Di Lena, Esperto Eno-gastronomico e fondatore Associazione nazionale Città dell’Olio;
  • Renato Ferretti, Vice-presidente Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF);
  • Roberta Garibaldi, Professoressa di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo e Presidente Associazione Italiana Turismo Eno-gastronomico;
  • Riccardo Gucci, Professore di Coltivazioni Arboree presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa e Presidente dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio;
  • Tommaso Loiodice, Presidente Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli (UNAPOL);
  • Elisabetta Moro, Professoressa di Antropologia della Dieta Mediterranea e Fondatrice/Co-direttrice del Museo Virtuale della Dieta Mediterranea presso il Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli;
  • Marino Niola, Professore di Antropologia dei Simboli e Co-direttore del MedEatResearch Centro di Ricerche Sociali sulla Dieta Mediterranea dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli;
  • Stefano Pasquazi, Consorzio Olivicolo Italiano (UNAPROL);
  • Adolfo Rosati, Ricercatore presso CREA – Centro di ricerca olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura sede di Spoleto e Consigliere dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio;
  • Tiziana Sarnari, Analista di mercato presso ISMEA, Direzione Filiere e Analisi dei Mercati, Unità operativa Analisi di Settore e Filiere Agroalimentari;
  • Giuliano Martino, Coordinamento Italia Olivicola;
  • Tiziano Tempesta, Professore di Estimo Professionale presso il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TeSAF) dell’Università di Padova e Membro del Comitato Scientifico Programma FAO GIAHS;
  • Luca Toschi, Fondatore e presidente del Centro Ricerche “scientia Atque usus” per la Comunicazione Generativa ETS e Direttore del Lab Center for Generative Communication del PIN S.c.r.l., Polo Universitario “Città di Prato”.

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