Vino siciliano: boom export per i vini bianchi

Sono confermate le buone prospettive per il vino siciliano la cui vendemmia è appena iniziata. Il Consorzio: “Si spera in una più generosa rispetto al 2020”.

In Sicilia il caldo feroce non ferma la vendemmia cominciata proprio in questi giorni nella Sicilia occidentale e proseguirà nelle prossime settimane nel Centro- sud e nella Sicilia orientale.

“Si prospetta veramente una grande annata per le uve bianche, e se il clima non fa brutti scherzi sarà una grandissima annata per i rossi – dicono gli esperti di Uva Sapiens che hanno elaborato le stime per conto di Assovini –. Fino ad adesso è stata l’annata ideale, abbiamo avuto un inverno lungo, freddo e abbastanza piovoso, che ha permesso alle viti un ottimo riposo. Fino ad adesso è stata l’annata ideale, abbiamo avuto un inverno lungo, freddo e abbastanza piovoso, che ha permesso alle viti un ottimo riposo. Le miti temperature e le poche piogge primaverili, hanno rinfrescato i suoli, permesso un buon accumulo idrico per le piante e non hanno causato problemi fitoiatrici.

Il Consorzio della Doc Sicilia si spinge a dire che la vendemmia 2021 si preannuncia più generosa rispetto al 2020, con una raccolta superiore del 10-15 per cento. Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio spiega: «Per le maturazioni e la raccolta siamo in media con la scorsa stagione. Le prime uve a essere raccolte sono quelle del Pinot grigio, seguirà poi lo Chardonnay specialmente nella zona dell’altopiano per proseguire con la collina”.

vino siciliano
vino siciliano

La corsa dell’export: il vino siciliano apprezzato di più dai tedeschi.

La Sicilia vende vino in oltre 60 Paesi del mondo, un mercato che – secondo un’elaborazione dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su dati Istat – ai tempi d’oro aveva raggiunto il picco con 140 milioni di euro nel 2018, 133 nel 2019 e 118 nel 2020, con un meno 11,1 per centro da attribuire alla pandemia. Basta vedere l’andamento delle esportazioni dei vini bianchi nel mondo nel primo trimestre 2021 per percepire la stagione della ripresa. Il balzo in avanti è del 33 per cento. Solo più 1,9 i rossi, ma perché con le riaperture della primavera e dell’estate sono fuori stagione. 

I più affezionati al vino siciliano sono i tedeschi, che come spesa si bevono un quinto dei rossi e la metà dei bianchi siciliani. Al secondo posto c’è il mercato americano, che per l’Italia invece è al primo gradino del podio e vale circa 1,6 miliardi. Terzo il Regno Unito. Ma stanno crescendo la Russia e i Paesi dell’Est Europa. Nel primo trimestre il mercato di Mosca è cresciuto del 136 per cento e quello ucraino del 205. Ci sono anche i balzi della Svizzera (più 213), che ha superato il Regno Unito, e dell’Australia (più 184 per cento). 

I numeri ufficiali dell’annata 2020 confermano una produzione di 4,46 milioni di ettolitri, in media con gli ultimi 5 anni ma con un -11,3% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Grillo e Catarratto, sono le varietà che nel 2020 hanno registrato performance produttive e qualitative migliori, con una produzione media di 110 quintali per ettaro, seguiti da Nero d’Avola e Nerello mascalese (70 gli/ha), Chardonnay e Merlot (50 gli/ha).

Uva Malvasia
Tralcio di uva Malvasia a Salina in Sicilia, Isole Eolie

Ma non solo export, la Sicilia del vino comincia a credere nell’e-commerce.

Se prima della pandemia le vendite online dei vini italiani valevano appena l’1 per cento della torta, circa 200 milioni, adesso, secondo il Consorzio, per molti produttori siciliani la soglia si è alzata al 3 per cento, con punte del 5. Le piattaforme di acquisti online, invece, sono state un’ancora di salvezza per molti produttori.

Ma se l’e-commerce è stato un paracadute per i più grandi e per quelli che già avevano scommesso sul mercato, alcuni piccoli hanno sofferto. Soprattutto in un segmento dove il rapporto con il territorio è tutto, come l’Etna.

La Sicilia è la prima regione d’Italia per vino bio e rafforza il mercato del turismo enogastronomico.

La terra sicula detiene il primato per quanto riguarda il settore vinicolo coltivato a produzione biologica. Un terzo delle superfici biologiche d’Italia si trova nell’Isola, che con i suoi 36mila ettari sostenibili è la prima regione in Italia. Se n’è parlato molto anche all’Enosimposio, appuntamento dell’8 e 9 luglio che ha riunito enologi, enotecnici e produttori. Un segnale che la Sicilia punta molto alla qualità.

È diventato un binomio inscindibile quello tra vino e turismo in Sicilia. Un assaggio della stagione della ripartenza è stata l’iniziativa “Cantine Aperte“, che per due weekend, a fine maggio e fine giugno, ha visto protagoniste le cantine storiche di Donnafugata, quella di Marsala, quella di Randazzo sull’Etna e per la prima volta la tenuta di Vittoria di Acate, nel Ragusano.

Related Posts

Ultimi Articoli