La regione dello Champagne pioniera della viticoltura sostenibile

route-champagneVincent Perrin, dg del Comité Champagn ha dichiarato che fosse dovere dello Champagne prendere coscienza tempestivamente dell’imperativo climatico e agire d’anticipo, visti i dati in aumento sulla regione circa il riscaldamento globale e oltre a pensare che l’unica strada perseguibile è quella della sostenibilità e di una viticoltura responsabile, in linea con quanto si sta decidendo, proprio in questi giorni a Parigi, alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite per raggiungere un accordo contro il Global Warming.
Infatti fin dagli anni ‘80, tutta la filiera dello Champagne, ha iniziato a implementare le soluzioni per la salvaguardia dell’ambiente, come nuovi protocolli tecnici, strumenti innovativi, consulenza e supporto. Fino ad arrivare nel 2003 ad essere la prima regione vinicola al mondo a calcolare la propria impronta carbonica e a stabilire un piano che ha identificato diversi azioni, ad esempio per trasporto delle merci, o per l’ efficienza energetica degli edifici e per gli acquisti responsabili. Questa strada ha portato a soluzioni innovative, come la riduzione del 7% del peso della bottiglia di champagne. Il risultato è stato che lo Champagne in 10 anni ha ridotto le sue emissioni di anidride carbonica del 15% per bottiglia spedita ed è uno dei pochi settori ad aver ridotto le sue emissioni in termini assoluti.
“Viticoltori e Maison di Champagne sono più che mai uniti attorno ad una strategia di viticoltura sostenibile. Valorizzare i nostri vini significare innovare costantemente per trasmettere alle generazioni future un patrimonio economico ed ecologico”, concludono Pascal Férat e Jean-Marie Barillère, copresidenti del Comité Champagne. Oggi tutti i viticoltori della Champagne sono integrati in questo processo e onore al merito a “Coteaux, Maisons e Caves della Champagne” per l’iscrizione al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Dovremmo cominciare a prendere esempio.

 

 

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