Caratteristiche del vino toscano annata 2021: qualità top, salgono i prezzi

Le caratteristiche del vino toscano parlano di un’annata 2021 che fa davvero ben sperare dal punto di vista qualitativo. In calo, come segnalato più volte durante la vendemmia, invece, la quantità. E, di conseguenza, i prezzi potrebbero salire. Questo e molto altro nell’analisi di Francesco Colpizzi, presidente Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana.

Quali sono le caratteristiche del vino toscano annata 2021: quantità e qualità

Come avevano annunciato le previsioni vendemmiali per la Toscana diffuse a inizio settembre da Ismea, Uiv e Assoenologi, la quantità di uva raccolta in Toscana nel 2021 è inferiore rispetto agli anni precedenti. Bene, invece, la qualità, che fa sperare nella riuscita di ottimi vini.

La qualità del vino in Toscana per la vendemmia 2021 è veramente eccellente, probabilmente ancora migliore rispetto a quella delle ultime annate. Da questo punto di vista possiamo stare tranquilli – afferma Francesco Colpizzi, presidente Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana, che, però, sottolinea come la quantità sia in calo -. I problemi però ci sono: da un lato, pur ancora in attesa dei dati esatti, la produzione, per le gelate di aprile e la mancanza di pioggia nei mesi estivi è calata notevolmente, di circa il 15%. Dall’altro lato i costi unitari sono aumentati e questo potrà incidere sul consumatore finale, con un incremento dei prezzi che difficilmente potrà essere inferiore al 10%”.

previsioni vendemmia 2021 toscana

Prezzo vino toscano annata 2021 in salita?

Perché quest’aumento? Come sottolinea ancora Colpizzi, a incidere sul cartellino anche e soprattutto l’incremento del prezzo delle materie prime. Le cui conseguenze, ora, iniziano a farsi sentire nel settore enologico.

“L’incremento – ha aggiunto Colpizzi – è dovuto anche al fatto che il costo per le materie prime sono aumentate, come la cellulosa, il vetro e l’energia. Un aspetto che, naturalmente, non riguarda solo il settore vitivinicolo ma anche altri comparti”.

Non per tutte le zone in cui si produce vino in Toscana le cose sono andate allo stesso modo. “A livello produttivo – continua Colpizzi – i cali maggiori si sono avuti nelle aree meridionali della regione, come in Maremma e a Montepulciano – dove la vendemmia 2021 è stata la prima della nuova tipologia di vino Pieve (ndr) -. Ma anche le altre zone della collina interna vocate alla produzione del Brunello, del Chianti, della Vernaccia di San Gimignano e del Chianti Classico, registrano sensibili criticità. La previsione è che i prezzi possano aumentare ancora, visto che non sembra arrestarsi l’incremento dei costi delle materie prime”.

Oltre ad aver già rappresentato nei giorni scorsi questi problemi al vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, chiediamo un intervento a livello nazionale – aggiunge -. Questo, per venire incontro ai tanti produttori di vino italiani, che fanno un prodotto di eccellenza, riconosciuto in tutti il mondo”.

Aumento tasse sul vino a fine 2021? In attesa della risposta della Ue

Infine, uno sguardo alla situazione europea e alla possibilità che dalla Commissione arrivi la proposta di aumentare le tasse sulle bevande alcoliche.

Tra le criticità riscontrate, infatti, ci sono anche quelle relative al Parlamento europeo e alla Commissione speciale sulla lotta contro il cancro (Beca) per la questione Cancer Plan e vino. “Commissione che dovrà approvare entro i primi di dicembre un rapporto che – evidenzia Colpizzi – presenta decisioni negative, a danno dei produttori”.

In particolare “si prevede un aumento della tassazione sulle bevande alcoliche e viene nuovamente eliminato il concetto di consumo eccessivo. Il rapporto non tiene in considerazione che, secondo dati scientificamente avvalorati, bere vino con moderazione non sembra aumentare l’incidenza del rischio di cancro. Anzi, al contrario, la ricerca ha dimostrato che chi consuma vino con moderazione sembra essere meno soggetto al rischio di cancro e di altre malattie, rispetto a coloro che sono astemi o forti bevitori”.

“Nel settore – conclude Colpizzi – c’è grande preoccupazione. Chiediamo al Ministero una presa di posizione chiara, la discussione a livello comunitario sta prendendo una brutta piega”.

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