Vini pregiati in Russia nonostante le sanzioni UE: l’inchiesta sul mercato ombra dei fine wines

Un’inchiesta giornalistica svela come sono arrivati i vini pregiati in Russia nonostante l’embargo sulle bottiglie del valore superiore a 300 euro fatto dall’UE.

I rapporti commerciali tra Russia e i Paesi dell’Unione Europea si sono ridotti drasticamente dopo l’invasione armata del Cremlino ai danni dell’Ucraina. L’Europa sta cercando in tutti i modi di superare la dipendenza che ha dalla Russia per l’utilizzo del gas e allo stesso modo, la Federazione sta cercando di evitare gli scambi commerciali con i Paesi UE. Ciò anche a causa delle forti sanzioni elevate ai danni di Mosca su tutti i prodotti. Eppure, a differenza di quello che si potrebbe pensare, i rapporti con la Russia da un punto di vista commerciale sono tutt’altro che chiusi, soprattutto se si vanno ad analizzare quelli che sono i dati relativi alla produzione e alla diffusione di vini pregiati in Russia.

La verità è che il mercato è rimasto “stabile”, complice anche il fatto che i fine wines usano l’e-commerce come canale di vendita di eccellenza. Già nella prima parte del 2022, cioè quando è iniziata la guerra in Ucraina, gli scambi non si sono fermati tra UE e Russia, nemmeno per i vini pregiati. Quanto piuttosto vi è stata una crescita di 4,6 punti in percentuale per un business da 120 milioni di euro. Anche qui, cioè si conferma la crescita dei fine wines. L’unico stop è stato per i vini rari, quelli oltre un preciso valore soglia che rappresentano solo l’1% degli scambi relativi ai vini pregiati tra UE e Russia. Vediamo i dettagli.

Le sanzioni sul mercato dei vini pregiati verso la Russia

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’Unione Europea ha deciso d’imporre il divieto d’importare vini o liquori pregiati di un valore superiore a 300 euro a bottiglia verso Mosca. Alcuni vini pregiati, quindi, sono divenuti inaccessibili per i Russi. A differenza dell’embargo totale che invece Stati Uniti e Australia hanno imposto, l’Europa ha messo in campo una sorta di “restrizione simbolica”. I vini pregiati portati in Russia con un valore al di sopra dei 300 euro a bottiglia fino al 2022, rappresentavano solo l’1% del mercato dei fine wines tra UE e la Federazione. Insomma, una piccolissima parte del volume totale delle spedizioni in fatto di enologia che insistono verso la Russia, praticamente da sempre. Questa misura ha fatto comparire lo stesso, però, importazioni ombra, come svelato dall’inchiesta messa in campo da The Insider.

L’inchiesta sui vini pregiati in Russia provenienti dall’UE

Nonostante la guerra e lo stop ai rapporti commerciali tra l’UE e la Russia, in realtà, i vini pregiati continuano a esserci nel territorio russo. Mosca, ancora oggi continua a comprare centinaia di bottiglie per decine di migliaia di dollari ciascuna: ecco perché non sono cambiati i dati del mercato dei fine wines. Gli esperti russi hanno effettuato l’acquisto riuscendo ad aggirare le sanzioni.

L’inchiesta è iniziata quando è stato reso noto che in alcune cantine di ristoranti di proprietà di Repyk e del suo socio Ivan Sibilev, amico intimo di Putin e top manager delle aziende dell’oligarca Gennady Timchenko, si trovano anche bottiglie rare e molto costose provenienti dall’UE. L’azienda ha portato in Russia i vini pregiati più costosi al mondo per un totale di 800 bottiglie riuscendo a eludere le sanzioni dell’Unione Europea. Ovviamente, per uscire in questa impresa anche le aziende europee avranno fatto la loro parte e hanno aiutato i Russi in questa operazionefuorilegge”.

A questo punto non può non sorgere la domanda: come fanno i vini pregiati a essere ancora in Russia nonostante lo stop alle vendite per le bottiglie al di sopra dei 300 euro? La testata giornalistica The insider ha svelato in che modo, un’azienda russa, è riuscita ad aggirare le sanzioni europee.

Come i vini pregiati sono arrivati in Russia dall’UE

L’inchiesta di The Insider ha svelato come hanno fatto i vini pregiati d’Europa ad arrivare in Russia. In sostanza, è venuto fuori che con l’aiuto di un intermediario europeo è stata fatta una raccolta di ordini da diversi produttori e, poi, sono stati preparati i documenti necessari per fare uscire i vini pregiati dall’Europa verso la Russia. Le consegne dei vini pregiati sono state effettuate nel dicembre del 2022 con il contratto n. 12/6/22 del 6 dicembre 2022. Inoltre, è stato anche fatto il pagamento da decine di produttori diversi su due fatture: una relativa a giugno e una risalente ad agosto 2022 (la n. 2 del 30 giugno 2022 e la n. 3 del 12 agosto 2022).

A comprare i vini è stata la società Ryatiko LLC, appartenente al proprietario del colosso farmaceutico R-Pharm, Alexey Repyk che si è servita di un intermediario. La società intermediaria ha inviato i campioni al laboratorio che ha rilasciato il certificato di analisi per tutti i vini che sono stati acquistati dalla Ryatiko LLC. Così, in un giro di compiacenze e corruzioni, i Russi sono riusci a importare i vini pregiati più conosciuti al mondo nel loro Stato nonostante l’embargo.

L’iter dei vini pregiati verso la Russia

Intanto, sempre cercando di capire in che modo i vini pregiati sono arrivati in Russia nonostante lo stop UE, è emerso che la stragrande maggioranza delle forniture di alcolici importati nel territorio federale passa attraverso gli Stati baltici. Quindi, si passa per la Lettonia, la Lituania e l’Estonia dove le bolle di accisa e le contro etichette vengono incollate sulle bottiglie importate. Questo schema è stato molto utile per eludere le sanzioni e riuscire a portare i vini pregiati verso la Russia direttamente dall’Europa. Le società europee hanno senza dubbio aiutato i Russi in questo iter.

Come sono passati i vini pregiati in direzione Russia

Per continuare ad avere nei propri ristoranti i vini pregiati in Russia la società del magnate Repyk ha utilizzato uno schema molto particolare. Ovvero:

  • 22 lotti dei vini più costosi sono stati importati sotto forma di campioni per la certificazione. In questo passaggio, le aziende compiacenti hanno superato il limite fissato dalla norma che doveva essere non più di 2,5 litri per ciascuna denominazione;
  • successivamente i russi si sono serviti di società intermediarie europee, in modo tale da ottenere il vino da un produttore europeo a un prezzo di mercato e correggerlo, poi, per l’acquirente verso la Russia. Quindi è stato abbassato il prezzo, fissandolo al di sotto della soglia di 300 euro. In questo modo, è stato cancellato l’embargo per questi prodotti.

Un’altra opzione usata per portare i vini pregiati in Russia è stata quella di prevedere un trasferimento fittizio. Ovvero, un trasferimento attraverso il territorio federale verso altri Paesi dell’unione doganale. Ad esempio, è stata indicata come acquirente una società kazaka. La consegna andava quindi, fatta attraverso la Russia. Però, al momento dello scambio la società rifiuta il carico e i documenti vengono rimessi all’acquirente Russo. In questo modo, i Russi hanno aggirato i controlli e i vini pregiati sono arrivati nel territorio federale nonostante l’embargo imposto dall’UE.

Quali sono i vini pregiati presenti in Russia

In questo periodo i vini pregiati presenti in Russia sono soprattutto:

  • Vosne-Romané Cros Parantoux 1996 di Henri Jayer;
  • Romanée-Conti Richebourg 1984;
  • Hermitage La Chapelle 1961 di Paul Jaboulet Aine;
  • premiers cru di Bordeaux;
  • i grandi Barolo.

L’inchiesta del The Insider ha squarciato il velo su un sistema che, ancora oggi, continua a funzionare. Un sistema che è la gioia del palato degli oligarchi russi, forse gli unici privilegiati rimasti all’ombra di Mosca.

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