Nel mercato dei fine wines si consolida l’ascesa dell’e-commerce come principale canale di vendita.
All’interno del mercato dei fine wines la GDO non attrae più come una volta e di contro torna forte il canale Ho.Re.Ca., mentre si consolida e continua a crescere il canale e-commerce nella vendita dei vini pregiati. Questo è quanto emerso dal quarto approfondimento dell’Osservatorio Wine Monitor 2022 di Nomisma, realizzato per IGM (Istituto Grandi Marchi). Il report, presentato a Roma, presso la sede della stampa estera, dal Responsabile Agroalimentare & Wine Monitor Denis Pantini e discusso assieme al Presidente dell’Istituto italiano dei vini di qualità – Grandi Marchi, il Professor Piero Mastroberardino, ha indagato come la pandemia da Covid-19 abbia cambiato la distribuzione dei fine wine in Italia.

Innanzitutto, cosa si intende per fine wines o vini pregiati?
“Le persone non definiscono il buon vino”, afferma Justin Gibbs, cofondatore e direttore di Liv-ex , un mercato globale del vino. “Si definisce avendo un mercato secondario attivo”. Per gli scopi di Liv-ex, un vino pregiato ha un valore di rivendita, migliora nel tempo e ha il riconoscimento del marchio grazie al patrimonio, al plauso della critica o a una combinazione di questi.
Definiamo il vino pregiato come una categoria che rappresenta i produttori di altissima qualità delle rispettive regioni. Questi produttori hanno implementato il più alto livello di standard enologici e viticoli che si allineano con i produttori di altre grandi regioni globali. Si tratta di cantine che apprezzano la qualità senza compromessi al di sopra di qualsiasi richiesta commerciale di quantità.
In una scala da 1 a 10, i requisiti che hanno ottenuto i “voti” nell’identificazione di un fine wine sono, a detta degli italiani, la qualità eccellente (64% dei rispondenti), il prezzo elevato (61%) e il fatto che siano prodotti da cantine storiche e prestigiose (57%). Per quanto riguarda le regioni di “elezione” dei fine wines, emerge su tutte la Toscana (lo pensa il 55% dei consumatori di vino), seguita da Piemonte (41%), Veneto (36%), Puglia (23%) e Sicilia (21%).

Come si comportano i consumatori verso i vini premium?
Nell’approccio al consumo di vino in generale, un 35% degli italiani si riconosce nell’acquisto di vini con brand noti e un altro 26% nel piacere di bere vini costosi.
Dall’altro lato, però, il 47% dei consumatori acquista in GDO etichette di alta fascia di prezzo solo se in promozione, nonostante i principali driver di scelta risultino la presenza della denominazione d’origine (23%), l’origine locale (16%) e la notorietà del brand (10%).
Restando in tema di acquisti nella GDO, solamente il 15% del campione è disposto ad acquistare vini super premium in questo canale. Va inoltre segnalato come presso iper e supermercati la percentuale di consumatori disposti a spendere oltre 10 euro per una bottiglia di vino non superi il 23%.

Quali sono i principali canali di vendita?
Dallo studio di Nomisma è emerso che la GDO ha perso appeal per quanto riguarda l’acquisto dei vini pregiati sia rispetto al periodo pandemico (2020-2021) che al 2019. Al contrario, la percentuale di consumatori di fine wine che si rivolgono ad enoteche e negozi specializzati è aumentata rispetto allo stesso biennio.
I canali che invece hanno visto una forte crescita sono quelli online, sia specializzati che generalisti. Gli acquisti di fine wine, oggi, sembrano interessare una percentuale inferiore di consumatori rispetto al periodo pandemico ma sensibilmente superiore al 2019, a conferma di quanto la pandemia abbia accelerato il fenomeno delle vendite online il cui trend di crescita è comunque destinato a consolidarsi anche nei prossimi anni.