Sicilia in inverno: un viaggio tutto da bere!

Un itinerario per conoscere e amare il Nero d’Avola, il Passito di Pantelleria e l’Etna.

Se è vero, e noi crediamo di sì, che il mare d’inverno, come diceva una vecchia canzone della Bertè, ha un fascino particolare, malinconico, che lascia senza fiato, un bel giro in Sicilia, gettonatissima meta delle vacanze estive di molti italiani, lo si può fare anche in inverno.

La Sicilia, una delle regioni più vocate alla produzione enologica, con circa 107 mila ettari, vanta una storia vitivinicola che parte da molto lontano: alcuni ritrovamenti vicino all’Etna, infatti, portano a pensare che delle viti autoctone fossero già diffuse nel cenozoico, anche se poi si è dovuto attendere i fenici per la prima coltura su larga scala.

L’itinerario che vi proponiamo questa settimana, in questa bellissima terra, con un paesaggio viticolo unico al mondo, fatto di terrazze, alberelli, palmenti e case coloniche, una terra bagnata, anzi circondata da un mare limpido e cristallino, una terra che pullula di posti unici e spettacolari da visitare, rocce a precipizio sul mare che tolgono il fiato e città ricche di un invidiabile patrimonio architettonico e culturale, è un viaggio tutto da bere, alla scoperta dei 3 vini siciliani più famosi e apprezzati al mondo.

Pronti? Si parte!

Partiamo dal più famoso, nonché più esportato dei vini siciliani: il Nero d’Avola. Originario, come il nome stesso lascia ben intendere, della zona di Avola, la produzione di questo vino, dopo il largo apprezzamento ricevuto e da quando è stato lavorato fino a diventare un pregiato vino da tavola, si è estesa a tutta l’isola: si pensa, infatti, che le sue viti occupino circa 12mila ettari. L’origine del Nero d’Avola è molto antica; il vitigno in dialetto è noto come Calaulisi, tradotto erroneamente in “calabrese”, ma in realtà significava solo “uva di Avola”.

Il Nero d’Avola ha un gusto ricco e corposo, è abbastanza acido e per questo migliora molto con il passare del tempo. Profuma di spezie, bacche e addirittura ciliegie e il suo abbinamento perfetto è con carni rosse e formaggi stagionati.

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Dopo il Nero d’Avola, troviamo il Passito di Pantelleria, vino Doc, coltivato, quindi, solo sull’omonima isola in provincia di Trapani, tra la Sicilia e la Tunisia.

Nasce a partire dal vitigno battezzato dagli arabi Zibibbo; realizzato tramite l’appassimento delle uve direttamente sulla piante dopo la raccolta, poi gli acini vengono aggiunti al mosto di uve fresche in fermentazione, prima che il vino vengo affinato fino al mese di luglio dell’anno successivo alla vendemmia.

Il Passito di Pantelleria ha un colore giallo, quasi ambrato, il gusto piuttosto caldo, con sentori di frutta candida, fichi secchi e miele. Si abbina a dolci secchi.

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Il terzo vino e terza tappa del nostro mini viaggio enologico in Sicilia è l’Etna: un vino a denominazione di origine controllata e dalle molte varianti.

Esistono, infatti, l’Etna Rosso, l’Etna Rosato, l’Etna Bianco e l’Etna Bianco Superiore, tutti che vantano una storia molto antica, già apprezzati , infatti, a Roma in epoca romana.

A rendere speciali questi vini, nemmeno a dirlo, è la terra in cui nascono: un terreno pietroso e scosceso del vulcano che regala a quest’uva delle caratteristiche speciali ed uniche.

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