Vino Nobile di Montepulciano: eliminare Vino e aggiungere Toscana. Sarà la svolta sul Montepulciano d’Abruzzo?

La parola a Marco Buracchi, tra i primi ambasciatori del “Nobile” nel mondo

La vecchia diatriba tra Montepulciano d’Abruzzo e Vino Nobile di Montepulciano si è riaccesa con toni acuti, quando lo scorso 17 gennaio è stata proposta la modifica alla dicitura del più noto “rosso poliziano”, ovvero quella di eliminare la parola Vino e lasciare solo “Nobile di Montepulciano”. Il motivo del cambiamento, che vedrebbe anche l’aggiunta di “Toscana”, sarebbe da ricondurre all’annoso “misundertand” del toponimo,  poiché esso è sia un vitigno (il Montepulciano, da cui si produce il Montepulciano d’Abruzzo) sia la località che compare nella denominazione del Nobile. Per superare la questione e la confusione sui mercati internazionali, nonché rendere chiaro al consumatore finale l’oggetto dell’acquisto, si è anche pensato di abbassare la resa per ettaro dei vigneti e di concentrarsi sulla produzione di un Vino Nobile di altissima qualità prodotto da uve 100% Sangiovese (processo peraltro già avviato da alcune aziende nel 2013). Marco Buracchi, titolare assieme alla figlia Carlotta dell’omonima azienda vinicola, si ribella a tali iniziative e rammenta con orgoglio le lotte da lui portate avanti nella stesura del Disciplinare, quando il Nobile di Montepulciano era pressochè sconosciuto al mondo.

Pensare di ‘fare qualità’ cambiando le leggi dello Stato significa non essere in grado di valorizzare un prodotto con un marketing adeguato nè saperne proteggere i prezzi” – afferma Marco. É l’opinione di chi ha lavorato per far crescere la fama del Vino Nobile e ha cercato di salvaguardare il vino nelle annate difficili, consentendo di dar vita ad un “blend” nelle annate in cui il Sangiovese soffriva di particolari condizioni climatiche. Un Disciplinare all’avanguardia quindi, che adesso verrebbe messo in discussione in nome di una presunta qualità. – “Si vuole incrementare la qualità agendo sui vigneti? Si cominci a dire di espiantare quelli situati in versanti non idonei, ad alzare i metri di produzione e passare ciò che resta a Rosso di Montepulciano. E poi si passi alla protezione dei prezzi!” – Per Buracchi la “nuova legislatura” è un alibi che va ad eludere la mancanza totale di sostegno e promozione per un prodotto unico e peculiare, che finora non ha mai ricevuto lo stimolo di una strategia di marketing ben strutturata. 

– “In questo il Consorzio è direttamente responsabile perchè è a questo organismo che è preposta la valorizzazione della Denominazione e la sua tutela commerciale. Cambiare nome e rese ci allontana dal problema: se proprio si devono mettere le mani su qualcosa, lo si faccia sulla promozione. É quello il compito del Consorzio. Ed è questo l’organismo in cui riversare proposte, idee, critiche e soluzioni. Tutti insieme, perchè a dividersi si fa solo del male al territorio ed al vino Nobile.” – .

 

 

Ultimi Articoli