Olio extravergine d’oliva Dop Terre di Siena

Aumentare le produzioni per evitare l’abbandono degli oliveti e salvaguardare il paesaggio toscano

Fino al 2014, la produzione media di olio Dop Terre di Siena era di 40mila litri di prodotto certificato all’anno. Nel 2017 sono stati prodotti 20mila litri di olio certificato Dop, ovvero la metà della media degli anni passati. La scarsa produzione di olio evo comporta l’abbandono degli oliveti mettendo in serio rischio lo stesso paesaggio toscano. Di questa crisi si è ampiamente discusso il 27 giugno scorso a Montepulciano dove si è tenuto il convegno “Realtà e prospettive dell’olio extravergine a denominazione d’origine la Dop Terre di Siena. La tutela del prodotto a salvaguardia del territorio”; organizzato dal Consorzio Volontario Fitosanitario di Siena in collaborazione con il Consorzio di Tutela dell’Olio Dop Terre di Siena, nell’ambito del PIF (Progetto integrato di filiera) Un Filo d’Oro. Sono intervenuti l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, il sindaco di Montepulciano Andrea Rossi e Mauro Agnoletti dell’Università Firenze, che ha parlato della crisi dell’olivicoltura e le conseguenze per il paesaggio.
Una delle soluzioni più ovvie e plausibili proposte durante l’incontro è quella di dare più importanza e valore alla produzione di olio extravergine d’oliva Dop Terre di Siena per destinare un’equa remunerazione ai produttori senesi.

Il presidente del Consorzio Dop Terre di Siena Avisiano Maccari ha dichiarato: “Il fenomeno dell’abbandono degli oliveti preoccupa dal punto di vista economico ma anche da quello paesaggistico, che causa la perdita degli impianti di olivi e quindi delle caratteristiche del nostro territorio, che hanno reso famosa la Toscana nel mondo”. Aggiungendo: “è necessaria la sensibilizzazione delle istituzioni e degli amministratori. Se il produttore riesce a piazzare sul mercato un prodotto di eccellenza ad un prezzo remunerativo, è possibile innescare un meccanismo virtuoso positivo, in grado di invertire la tendenza”.

Marco Castellani, ha spiegato: “Il Consorzio sta portando avanti strategie che diano nuove redditività alla coltura dando sempre maggiore valore al prodotto. Vogliamo insomma un prodotto sempre più di qualità e che possa essere remunerato con il giusto valore. Consumare un olio del nostro territorio, significa qualità e garanzia per il consumatore, una risposta anche alla globalizzazione e alle importazioni indiscriminate. Da superare anche il problema della frammentarietà della produzione: bisogna sempre più concentrare i lotti di produzione e fare massa critica per entrare nei mercati più lontani e più complessi, dove però servono i numeri”.

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