Il primo Rapporto Federalimentare-Censis: l’industria alimentare italiana è un pilastro del Paese

Con 179 miliardi di euro di fatturato annuo, 60mila imprese, 464mila addetti e oltre 50 miliardi di export in valore in un anno, l’industria alimentare italiana è uno dei pilastri dell’economia del Paese. A dirlo è il primo Rapporto Federalimentare-Censis “Il valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana”, presentato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati a Roma.

Qual è il valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana? In che modo risponde alle esigenze e ai valori che guidano le scelte dei cittadini nella spesa per la tavola? Quanto pesa la filiera italiana del food, di cui l’industria alimentare è protagonista, in relazione al Pil? Ecco alcuni dei quesiti a cui risponde il documento, che certifica come l’industria alimentare italiana, oltre a generare prodotti e occupazione, sia anche un patrimonio identitario, la cui tutela rientra pienamente nell’interesse nazionale.

Nella graduatoria dei settori manifatturieri italiani, l’industria alimentare è al primo posto per fatturato, al secondo posto per numero di imprese, addetti ed export. In dieci anni, il suo fatturato ha registrato un incremento del 24,7%, il numero di addetti del 12,2% e il valore delle esportazioni del 60,3%. Inoltre, l’industria alimentare è protagonista di rilievo all’interno della filiera del food italiano, che ha un fatturato totale di 607 miliardi di euro, in valore pari al 31,8% del Pil, con 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti.

L’identikit degli italiani a tavola

Oltre ai dati di natura economica, c’è da chiedersi quale sia il rapporto degli italiani con l’industria alimentare. Il lavoro di Federalimentare e Censis ci dice che l’86,4% degli italiani dichiara di avere fiducia nell’industria alimentare ed è una fiducia trasversale, che riguarda il 93,8% degli anziani, l’84,2% degli adulti e l’81,6% dei giovani. Inoltre, il 78,3% degli italiani valuta molto positivamente che gli stabilimenti dell’industria alimentare siano localizzati in Italia, perché questo contribuisce alla creazione di redditi e occupazione nei territori coinvolti.

Nonostante l’attuale contesto di forte inflazione, il 90,7% degli italiani afferma che mangiare il cibo che preferisce è importante per il proprio benessere psicofisico. Pur non rinunciando al rigoroso controllo del budget familiare, il 63,4% degli italiani, per alcuni alimenti, acquista solo prodotti di qualità, senza badare al prezzo. Inoltre, il 79% apprezza la disponibilità di nuove referenze nei punti vendita.

Per quanto riguarda gli stili alimentari, il 42,1% degli italiani a tavola si definisce un abitudinario, cioè mangia più o meno sempre lo stesso cibo, il 20,5% un innovatore a cui piace sperimentare alimenti e gastronomie nuovi, il 9,2% un salutista che mangia sempre e solo cibo che fa bene alla salute, il 7% un appassionato che cura la spesa e a cui piace cucinare, il 6,3% un italianista che vuole sempre e solo prodotti italiani, il 5,8% un convivialista che considera il cibo importante perché occasione per stare con gli altri, il 4,4% un godereccio perché mangia sempre quel che gli piace.

Ma cosa mangiano gli italiani? Il 92,7% ha l’abitudine di mangiare un po’ di tutto, senza vincoli particolari, mentre solo il 7,1% si dichiara vegetariano e il 4,3% vegano o vegetaliano. Tuttavia, per gli italiani sono importanti anche i valori etici e sociali che li orientano quando fanno la spesa o si mettono a tavola. Infatti, il 66,7% è pronto a rinunciare a prodotti che potrebbero essere dannosi per la salute, il 52,6% a quelli non in linea con i criteri di sicurezza alimentare, il 43,3% a quelli la cui produzione e distribuzione non rispetta l’ambiente, il 35,6% a quelli per la cui produzione non sono tutelati i diritti dei lavoratori e dei fornitori.

I commenti di Federalimentare, Censis e della politica

“Il primo Rapporto Federalimentare-Censis – spiega Paolo Mascarino, Presidente di Federalimentare –certifica che l’industria alimentare italiana dà un poderoso contributo al Paese, sia come valore economico sia come valore sociale. Il settore è uno dei più dinamici e robusti dell’industria italiana e, dopo secoli di storia al fianco della nostra popolazione, vuole ancora essere impegnato a favore della crescita, nella consapevolezza di rappresentare un patrimonio nazionale nella produzione di alimenti di qualità, unici e con marchi riconoscibili. Quei prodotti del Made in Italy che, grazie all’industria alimentare italiana, costituiscono da sempre un vanto nel mondo”.

“L’ingente contributo all’economia italiana dell’industria alimentare – commenta Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis – con 179 miliardi di euro di fatturato e 50 miliardi di export in un anno, porta con sé anche un elevato valore sociale in termini di benessere diffuso, qualità della vita e coesione delle comunità locali. Ecco le ragioni della fiducia che l’86,4% degli italiani ha nell’industria alimentare italiana, a cui riconosce di aver dato nel tempo un contributo essenziale alla conquista e alla tutela del benessere”.

“L’industria alimentare italiana – dichiara Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste – ha un valore strategico ed è un elemento portante della nostra economia. Bisogna sempre più comprendere la potenzialità legata ai prodotti italiani. I dati che sono stati diffusi dal primo Rapporto Federalimentare-Censis fotografano una crescita del settore, sul quale il Governo continua a investire. La qualità è al centro del nostro dibattito e lo facciamo attenzionando il contesto, ma anche incentivando l’esportazione e promuovendo le aziende del Paese all’estero”.

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