Caffè espresso candidato a diventare Patrimonio Unesco

La proposta avanzata dal Mipaaf vede il caffè espresso italiano tra i candidati a diventare Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco.

Il caffè espresso è candidato a diventare Patrimonio Unesco. Ad avanzare la proposta, che adesso dovrà entro il 31 marzo essere sottoposta dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco a Parigi, è stato il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

“In Italia il caffè è molto di più di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte integrante della nostra identità nazionale ed è espressione della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo”.

“Siamo molto soddisfatti di essere arrivati ad una candidatura unitaria” ha commentato, Gian Marco Centinaio, sottosegretario al Mipaaf.

La proposta della candidatura:

L’ufficializzazione, infatti, mette insieme due proposte: quella partita dalla Comunità del Rito del Caffè Espresso nata su input del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale di Treviso, e quella napoletana.

In questo caso, ad adoperarsi per il riconoscere al caffè espresso il suo valore sociale e culturale, sono stati Massimiliano Rosati e Michele Sergio, titolari del Gambrinus, storico bar simbolo del rito della «tazzulella» di Napoli e nel mondo, che hanno avviato una raccolta di firme di grande successo.

La proposta di candidare il rito del caffè è nata qui. Non potevamo che celebrare questo primo traguardo, reso possibile dal prezioso supporto della Regione Campania e dei tecnici del ministero. Essi hanno trovato la formula perfetta per unire le due idee di candidatura e avviarci sulla strada giusta per realizzare un sogno”, dice Massimiliano Rosati.

L’eccellenza della nostra amata tazzina tricolore.

Il Presidente del Consorzio Promozione Caffè, Michele Monzini, commenta

“Abbiamo seguito gli sviluppi della candidatura Unesco del caffè espresso. Ad ora vede finalmente questo importante momento di passaggio il riconoscimento dell’impegno, della passione e della professionalità degli operatori della nostra filiera. Si tratta di un risultato importante. Il giusto riconoscimento di un prodotto capace di unire le molteplici ricchezze e le diverse tradizioni del nostro incredibilmente vario territorio”.

“Un unico rito, quello del caffè al bar: un rito di piacere, socialità, identificazione, che ci viene riconosciuto. E mi permetto di dire con orgoglio, copiato in tutto il mondo. Non solo: ricordiamo il valore simbolico del caffè anche per l’economia italiana, in quanto fiore all’occhiello della qualità made in Italy, fortemente richiesta anche all’estero”. ha così concluso Monzini.

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