Regno Unito, birre prodotte con nuovi luppoli resistenti ai cambiamenti climatici

Il cambiamento climatico imperante, ormai, da diversi anni in tutto il mondo e che continuerà probabilmente a detenere il ruolo di protagonista per tanto tempo ancora, sta spingendo sempre più aziende agricole a trovare soluzioni a breve e lungo termine per preservare i propri raccolti.

In quest’ottica rientrano imprese vitivinicole, ma anche produttrici di birra artigianale dato che tanto le viti, quanto i luppoli sono soggetti ai danni causati dalle intemperie e dalle condizioni atmosferiche avverse e imprevedibili.

A tal proposito, nel Regno Unito hanno preso il via alcune sperimentazioni sulla produzione di birre a base di nuove varietà di luppoli che, secondo gli studi, mostrerebbero una maggiore resistenza sia alle malattie, sia alle temperature stagionali più alte.

La ricerca

Da tre anni a questa parte, infatti, un gruppo di ricercatori ha dato vita a colture che possono svilupparsi in biologico e in grado di adattarsi più facilmente al cambiamento climatico rispetto alle varietà tradizionali. Si tratta di un progetto molto importante sia per il mercato biologico di nicchia, sia per la grande industria del luppolo in generale che potrà facilmente attingere da alcune delle pratiche messe recentemente in atto e trarne grande beneficio.

In fondo, il cambiamento climatico non andrà a interferire solo sulla produzione del vino ma, alla lunga, anche quella della birra ne risentirà, soprattutto a causa dell’innalzamento delle temperature che danneggiano gravemente il luppolo. Quest’ultimo è estremamente importante per la produzione di alcune tipologie di birre per via dell’inflorescenza che dona alla birra quel suo gusto tipicamente amaro ma che, al contempo, lo arricchisce di aroma e sapore. Inoltre, possiede proprietà antiossidanti e antibatteriche, benefiche per l’organismo in generale.

Nuove varietà, nuovi benefici

Le sperimentazioni condotte nel Regno Unito sono dirette dall’Innovative Famers’s Hop Trial e si svolgono all’interno di due aziende agricole, una nell’East Sussex e l’altra nel Worcestershire. Sulla base di quanto sviluppato finora, la varietà di luppolo Harlequin viene coltivata in biologico insieme ad altre varietà più recenti, come l’Endeavor e il 302, che puntano a rientrare tra gli ingredienti principali delle birre inglesi del futuro.

Birra alla spina

Tra le aziende produttrici che hanno contribuito al progetto figura anche Charles Faram, il cui direttore commerciale, Rich Davies, ha sottolineato quanto queste nuove varietà saranno in grado di fornire la stessa intensità di varietà più classiche come Simcoe, Mosaic e Citra. “Non si noteranno differenze evidenti nella birra finita – ha dichiarato – ma è più sostenibile, ci sono meno chilometri percorsi dalla fattoria ed è più conveniente anche per i produttori di birra, quindi è un aiuto per tutti”.

Queste nuove sperimentazioni offrono approcci alternativi per cercare di contrastare quanto più possibile le conseguenze e i danni derivanti dagli effetti climatici, lanciando un chiaro segnale di allarme sul futuro delle bevande alcoliche in generale. Tanto il mondo del vino quanto quello della birra, infatti, nei prossimi anni potrebbero incorrere in eventi stravolgenti (e non in positivo) che metterebbero a rischio gran parte delle produzioni d’eccellenza conosciute in tutto il mondo.

Non resta, quindi, che continuare a cercare nuove soluzioni, così come sta accadendo nel Regno Unito, con la speranza e la volontà di farsi trovare il meno preparati possibile a un cambiamento (non solo climatico) ormai del tutto inevitabile.

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