Nel Regno Unito si vende la metà della birra italiana esportata

La birra italiana accende i “like” del Regno unito

Le birre italiane si confermano una bevanda di grande gradimento all’estero e in particolare nei Paesi a forte tradizione brassicola. Fra tutti il Regno Unito dove vanno il 46,9% delle birre esportate. E’ quanto emerso oggi durante la conferenza stampa organizzata a Roma da Assobirra, l’associazione più rappresentativa del comparto birrario italiano per presentare l’Annual report.  La produzione di birra nel 2021 ha raggiunto infatti la cifra di 17,6 milioni di ettolitri, superando, anche grazie alle esportazioni, i livelli raggiunti nel 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quelli del 2020 (15,8 milioni di ettolitri).

Anche l’export ha ripreso quota, con volumi pari a 3,8 milioni di ettolitri, superiori a quelli del 2019 (3,5 milioni) e del 2020 (3,3 milioni) con la conferma del gradimento della birra Made in Italy in Paesi a forte tradizione birraria, come il Regno Unito che accoglie il 46,9% delle birre esportate, gli Stati Uniti (8,6%) e l’Australia (6,4%), un attestato al merito per i livelli di eccellenza raggiunti dalla produzione nostrana.

birra

È il segno di un comparto in ripresa che vive nell’attesa dei risultati 2022, che fanno preoccupare, a causa dei recenti rincari delle materie prime e dei costi energetici.

Per far fronte agli impatti della pandemia il comparto birrario ha già ridotto costi. Non è più in grado di assorbire ulteriori aumenti. Per scongiurare ulteriori contraccolpi Assobirra ha chiesto al Governo Italiano di ridurre la fiscalità, per mantenere la competitività del comparto e i livelli di valore generato.

La birra artigianale in continua crescita in tutto il mercato

I risultati importanti non si fermano qui. Unionbirrai segnala che la birra artigianale rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. È prevista una crescita del 14,1% all’anno, fino al 2027.

Sul mercato europeo si prevede che la birra italiana artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%). Notizie positive in generale per la birra italiana. Terza in classifica, superando tutti i paesi a grande tradizione birraria. Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la crescita di mercato più veloce, mentre l’Italia si trova al quarto posto in Europa per birrifici artigianali. Prima del Belpaese ci sono Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

birra italiana

Le preoccupazioni del comprato Birra per il 2022 e la richiesta di “ridurre la fiscalità”

In questo periodo la birra italiana sta riuscendo a tener testa alle varie minacce, soprattutto grazie ai volumi. Tuttavia, gli ingenti rincari di materie prime e utility rischiano di compromettere la ripresa del comparto birrario, faticosamente conquistata dopo la pandemia. Nel 2020 il settore ha già perso 1,4 miliardi di euro di valore condiviso, che equivalgono a 15 mila posti di lavoro, e nel 2021 ha sofferto ulteriori mesi di chiusure dettate dall’emergenza sanitaria.

«La fotografia del 2021 della birra in Italia può essere visto come un bicchiere mezzo pieno che racchiude fatti, opinioni e numeri di un comparto che può ma soprattutto vuole crescere nonostante la complessità e l’incertezza – ha dichiarato Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra  – Anche nel 2022, il mercato sembra in ripresa sul fronte dei volumi. La realtà effettiva, però, è un po’ più complessa. L’attuale tempesta dei costi non sembra essere episodica e può generare effetti inflattivi, perdite di competitività, compromettere la ripresa e fermare gli investimenti da parte dei birrifici, nella distribuzione e nei canali di vendita, cioè lungo tutta la filiera brassicola. In ambito agricolo, da tempo il comparto birrario sta investendo per aumentare la quota di orzo prodotto in Italia con l’obiettivo di portarla dall’attuale 40% al 60%. Tuttavia, è un percorso che richiede tempo e che rischia di venire rallentato dalla situazione attuale».

L’obiettivo è far tornare a crescere e preservare il significativo valore condiviso generato dalla birra in Italia che nel 2019, prima della pandemia, ammontava a 9,5 miliardi di euro l’anno e dava lavoro a 108 mila famiglie, contribuendo alle casse dello Stato per 4,5 miliardi di euro l’anno.

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