KBirr: la prima birra napoletana fatta con metodo artigianale

Una birra moderna, contemporanea ma anche il prodotto della terra campana.

Untitled-design-2KBirr è la prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata. Il nome è un omaggio alla cultura napoletana. KBirr deriva dall’esclamazione partenopea di gioia, che evoca l’immediatezza, la spontaneità e la passione di questa birra: “Ua, ch’ birr!. 

Disponibile in tre tipologie – Lager, Scotch ale, Imperial Stout – per offrire un buon ventaglio di degustazione, nasce da un progetto di Fabio Ditto, napoletano, fine conoscitore dell’universo birra . Dopo un attento studio e varie “cotte” condotte con il maestro birraio Achille Certezza del micro birrificio Chiari Sas, Ditto trova la ricetta perfetta e dà corpo al suo sogno: creare una birra di qualità in Campania rigorosamente artigianale.

“KBirr vuol essere una birra emozionale che dimostra come il territorio campano sia vocato alla produzione della birra e non abbia nulla da invidiare ai paesi Europei. E’ una birra moderna, contemporanea ma anche il prodotto della terra campana. Una birra semplice, diretta, festosa nel linguaggio”, dichiara il suo fondatore Fabio Ditto.

LE TRE TIPOLOGIE

La Lager NATAVOT ha, sull’etichetta, un’immagine stilizzata di San Gennaro. La birra prende il nome dalla devozione che ogni napoletano ha per il santo patrono della città che, ogni 19 settembre, ripete un’altra volta (natavot in napoletano) il miracolo dello scioglimento del sangue.
La birra è una lager bionda molto leggera e si presta ad essere richiesta e ribevuta più volte.
E’ una birra dal gusto intenso, grazie al luppolo, ma allo stesso tempo altamente digeribile e gustosa.

JATTURA è una Scotch Ale ed ha sull’etichetta il simbolo di un corno stilizzato. Come è noto i napoletani sono molto scaramantici e il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto. Per secoli insigni condottieri, tra cui lo stesso Alessandro Magno, si fecero raffigurare con questi ornamenti sul capo: le corna erano ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina. Per gli uomini era usanza portare un solo cornetto e di toccarlo e baciarlo prima di un’impresa bellica o prima di concludere un affare. Quale che sia il loro utilizzo i corni restano sempre piccoli amuleti legati agli antichi riti magici pagani. E’ una birra dal colore ramato prodotta con una percentuale di malto di whisky affumicato con legno di torba. Al naso il torbato è subito evidente insieme ai sentori di malto e caramello.

PALIAT è una birra molto complessa, una Imperial Stout, creata con materie prime di alta gamma (dai malti tostati al luppolo). Paliat, nel dialetto napoletano, si traduce in solenne bastonata, picchiare con forza. Nell’etichetta è raffigurato un mastino napoletano per rimandare al significato per-cotere = scuotere intensamente e continuamente. La birra, infatti, ha una elevata gradazione alcolica di oltre 9° che scuote piacevolmente, ma intensamente, chi la degusta.
Al palato si presenta corposa con un impatto maltato che lascia spazio alle note di caffè, nocciola e cioccolato amaro.

Per questo le tre tipologie sono uniche nello spirito e nel gusto. Fabio Ditto ha anche pensato al design del suo prodotto, riconoscendo a questo elemento il vero ruolo di comunicazione.

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