Crowdfunding birra Baladin, raccolti 5 milioni di euro in 6 giorni per “Beer Revolution”

La notizia che, nelle ultime settimane, impera nel mondo della birra artigianale riguarda senza alcun dubbio il progetto di Baladin dal nome “Beer Revolution”. In pratica, lo storico produttore piemontese ha deciso di crescere ed espandersi coinvolgendo nuovi investitori con un’idea che, a prescindere da come finirà, sarà sicuramente in grado di portare una ventata di aria fresca ricca di novità in un settore che sembrava essersi quasi addormentato.

Il mondo della birra artigianale, ultimamente, non ha dato grandi segni di vitalità, probabilmente a causa di una fase conservativa accompagnata da dinamiche commerciali abbastanza standardizzate e poco proiettate verso il futuro.

Il progetto “Beer Revolution” si inserisce, quindi, in un questo clima statico e a tratti noioso per dimostrare che quello della birra artigianale non è un mondo ormai perduto e abbandonato, anzi: è possibile pensare a strategie alternative per poter crescere e pensare in grande.

Cos’è il progetto “Beer Revolution”?

Per avviare il progetto “Beer Revolution”, Teo Musso, fondatore e Ceo del Birrificio Agricolo Baladin, ha lanciato una campagna di crowdfunding che, in soli 6 giorni, ha raccolto ben 5 milioni di euro provenienti da oltre 2300 investitori. Non male per una semplice idea.

Teo Musso Baladin
Teo Musso – Fonte: iegexpomagazine.com

Tra le iniziative previste da Baladin, che coprono un arco temporale fino 2028, rientra la nascita di Open Hub, cioè del primo birrificio condiviso d’Italia. Nel 2022, infatti, l’azienda piemontese ha acquistato un nuovo impianto produttivo a Monza Brianza che verrà destinato alla realizzazione di un progetto più che innovativo in collaborazione con altri 5 birrifici italiani di spicco. Con questi ultimi, la Baladin darà vita a una birra prodotta ad hoc, alla quale verrà aggiunta la Nazionale della casa.

Un’altra iniziativa molto importante rientra nell’ambito della sostenibilità ambientale e prevede la creazione di un ciclo dell’acqua basato proprio sui principi dell’economia circolare. L’idea, che fa parte del Baladin Green Project, ha l’obiettivo di rendere il birrificio totalmente autonomo nell’approvvigionamento dell’acqua grazie alla costruzione di un pozzo proprio nei pressi dello stabilimento. Così facendo, verrà ridotto l’impatto del consumo idrico sul territorio e si garantirà la continuità della produzione anche in caso di crisi idrica.

Un’iniziativa che guarda al futuro con ottimismo

Teo Musso è ovviamente molto soddisfatto della piega presa dalla sua iniziativa: “Abbiamo centrato l’obiettivo di aprire il capitale dell’azienda a quante più persone possibili per crescere insieme alla nostra community dei Baladiniani e condividere il percorso di crescita che abbiamo immaginato. Essere riusciti a conquistare la fiducia di oltre 2.300 investitori – ha dichiarato – e aver raggiunto l’obiettivo massimo di raccolta in così poco tempo, ci rende estremamente felici e orgogliosi”.

Classe 1986, la Baladin è stata un’azienda pioniera nel suo campo, dando vita a una filiera agricola nazionale integrata dedicata a una birra 100% italiana, che parte dalla coltivazione e dalla raccolta delle materie prime (di cui il 90% è autoprodotto), prosegue all’interno degli stabilimenti e finisce con una catena di distribuzione di proprietà.

Boccali di birra

Al momento, la campagna di crowdfunding sarebbe ufficialmente conclusa ma, come lo stesso Musso ha sottolineato, “rimarrà aperta ancora per qualche giorno entrando così in overfunding consentendo ai nuovi aderenti di essere messi in lista d’attesa e di poter aderire all’investimento nel momento in cui qualche pagamento non venisse perfezionato nei termini previsti”.

L’impegno di Musso e di tutta la Baladin dimostra solo una cosa: che se si comunica bene, anche un settore molto particolare come quello della birra artigianale può attirare l’attenzione di grandi e piccoli investitori, molti dei quali sono solo semplici consumatori. Di conseguenza, non è affatto vero che il mondo della birra artigianale italiana è in declino, anzi: sta attraverso un momento di profonda maturità, che merita di essere raccontata, spiegata, compresa e apprezzata. E per chi ci crede, come in questo caso, i risultati non si fanno di certo attendere.

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