Vinitaly 2024, al via il dibattito sui vini dealcolati

Il presidente di Unione Italiana Vini chiede una disciplina fiscale ad hoc nel Testo Unico delle accise

Come preannunciato il 20 marzo scorso durante la presentazione del Vinitaly 2024 tenutasi a Bruxelles, quest’anno il 56° salone internazionale dei vini e dei distillati avrebbe accolto il dibattito circa un questione centrale e delicata: l’orientamento dei gusti dei giovani consumatori. Da tempo è ormai noto, infatti, come stia calando il consumo di vino da parte dei giovani, che sembrano prediligere vini leggeri o addirittura vini senz’alcol.

Vini dealcolati, un’opportunità di mercato

Proprio a tal proposito si è espresso oggi, 15 aprile 2024, a Verona durante la seconda giornata del Vinitaly il presidente dell’Unione Italiana Vini.
Lamberto Frescobaldi rivolgendosi a Maurizio Leo (viceministro del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e a tutti i partecipanti al convegno su “Riforma fiscale e il settore vitivinicolo” ha affermato: “I vini dealcolati sono un’opportunità di mercato che le cantine intendono intercettare: chiediamo una disciplina fiscale ad hoc nel Testo Unico delle accise”.

Stando alla bozza del decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il processo di dealcolazione è autorizzato esclusivamente presso stabilimenti dotati di licenza di deposito fiscale per la produzione di alcol, che oggi le cantine non hanno.

Nel merito della riforma fiscale, Frescobaldi ha proseguito: “Dobbiamo cogliere l’opportunità della delega fiscale per introdurre una semplificazione amministrativa nell’ambito della delega fiscale del governo”.

Cosa si intende per vini dealcolati?

I vini dealcolati sono un derivato del vino sottoposto al processo di dealcolazione parziale o totale. Benché restia, l’Europa si sta attrezzando per regolamentare la produzione di questi vini; e infatti L’Unione Europea ne ha autorizzato e normato la produzione e il commercio grazie al Regolamento (UE) n. 2021/2117.

In Italia il dibattito è ancora aperto e procede lentamente, tra chi preoccupato per gli additivi, zuccheriaromi artificialistabilizzanti e varie altre sostanza che verrebbero aggiunte per sopperire all’assenza di alcol e chi contrario all’idea di ottenere un prodotto solo vagamente appartenete alla lunga tradizione vinicola italiana.

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