Vini Doc padovani, export in calo del 3,6%

Calo dell’export per i vini Doc padovani ma, dagli Stati Uniti, arriva un segnale di ripresa.

Il Covid colpisce l’export di vino dei quattro marchi Doc padovani con un calo del 3,6% per le denominazioni Bagnoli di Sopra, Colli Euganei, Corti Benedettine e Merlara.

Un andamento negativo che, iniziato lo scorso febbraio con un calo stimato dalla Cia di Padova del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019, trova la propria causa nei timori e nelle tensioni create dalla globale emergenza sanitaria.

Le vendite sono poi riprese ma, alla fine del 2020, il calo dell’export di vino delle Doc padovane si è assestato ad una perdita che sfiora il 4%.

Un segnale di ripresa arriva però dagli Stati Uniti, il Paese che rappresenta uno dei principali canali di esportazione dei vini padovani interessando circa il 25% del fatturato.

“Per fortuna gli Stati Uniti – ha dichiarato su PadovaOggi Maurizio Antonini, direttore di Cia Padova – non hanno applicato nessun dazio per quanto riguarda i prodotti vitivinicoli italiani e questa è una boccata d’ossigeno per le nostre aziende agricole”.

Gli importatori vanno alla ricerca delle eccellenze italiane, soprattutto il vino – ha precisato Antonini – perché rappresentano, al 100%, la genuinità e la garanzia dell’eccellenza Made in Italy. La rete dei Dazi – ha continuato – avrebbe potuto bloccare, almeno in parte, l’export”.

Il comparto vitivinicolo, solo nel padovano, conta 7.000 ettari di terreno per la coltivazione delle differenti uve: “Stiamo tuttora attraversando un periodo di emergenza sanitaria a livello planetario – ha detto il direttore di Cia Padova – occorre rilanciare l’export di vino, italiano, veneto e padovano, al fine di colmare le perdite che si sono venute a creare a motivo del covid”.

Per il 2021 la Cia padovana chiede un’importante campagna di valorizzazione dei prodotti del territorio per rilanciare l’economia del settore agricolo. “La politica deve fare un’azione importante per la valorizzazione dei nostri prodotti – ha concluso Maurizio Antonini – che sono prodotti di eccellenza: quando vendiamo i nostri prodotti, vendiamo anche il nostro territorio”.

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