Vendemmia 2016: l’ultima con il registro cartaceo!

Dal 2017, finalmente, prende il via la svolta normativa del registro digitale.

Questa sarà l’ultima vendemmia nella quale il cartaceo la farà da padrone. Dal 1°gennaio 2017 infatti, nascerà il “registro dematerializzato”, la versione digitale del registro di cantina.

Il progetto, realizzato dal Ministero per le Politiche Agricole, è stato supervisionato dall’Ispettorato Centrale Qualità e Repressioni Frodi, e avrà come obiettivo sia quello di tutalbottiglie-vino-1200x800e il lavoro delle imprese vitivinicole e la qualità dei prodotti dalle contraffazioni, sia semplificare la vita dei produttori, snellendo la burocrazia e riducendo le spese.
Un percorso ormai tracciato dunque, che dovrebbe portare per il futuro dei buoni frutti. Restano comunque delle perplessità da parte di chi giornalmente lavora con il vino, soprattutto nella fase iniziale di implementazione, come sottolinea Federvini. Tradurre nel linguaggio del web i registri di cantina, vuol dire assegnare ad ogni singola dicitura un codice numerico.
Il rischio è quello di creare una colossale confusione. La complessità della produzione vinicola italiana, fatta di denominazioni, indicazioni geografiche, tipologie e colori, produrrà una tale quantità di codici, che il pericolo dell’incomunicabilità sembra essere dietro l’angolo. I 31.500 codici che dovrebbero nascere da questa operazione, se non comunicati nella maniera corretta, possono isolare la vita produttiva di un’impresa. Naturalmente le cantine non li useranno tutti, ma possono comunque rappresentare un ostacolo, poiché riguardano anche i fornitori.
La realtà però è ancora piregistri-telematiciù complessa di quanto si possa immaginare. Infatti già molti di questi codici esistono, e non sono mai stati usati dai viticoltori, inoltre si sono cristallizzate tutta una serie di consuetudini nella fase produttiva, assolutamente non in linea con le norme comunitarie, proprio per l’oscurità di certi aspetti della legislazione vinicola agli stessi operatori.

Il progetto ha dunque degli obiettivi molto ambiziosi da realizzare, data l’importanza che il vino ricopre nel nostro Paese, sia come fatturato che come uno degli emblemi del made in Italy. Infatti non sarà solo una svolta normativa, ma anche un tentativo di armonizzare la prassi produttiva dei viticoltori italiani.

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