Osservatorio Uiv-Vinitaly: il vino in Italia vale l’1,1% del Pil e 300mila posti di lavoro

Se l’Italia facesse a meno del vino sarebbe come se rinunciasse allo sport, compreso il calcio. Questo è quanto dichiarato da uno studio dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly da titolo “Se tu togli il vino all’Italia. Un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto” dato che se lo sport, in termini di Pil, vale l’1,3%, il vino concorre all’1,1%.

Non solo, perché se il vino scomparisse improvvisamente, sarebbero oltre 300mila le persone che perderebbero il loro posto di lavoro, con una perdita annua di 45,2 miliardi di euro e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro.

Il vino vale più dell’abbigliamento

Secondo l’analisi di Prometeia, in assenza del settore vitivinicolo il saldo commerciale del settore agroalimentare subirebbe un crollo del 58%, andando a danneggiare tutto il Made in Italy; fino all’anno scorso, infatti, nel surplus commerciale il vino si è posizionato secondo, preceduto dal settore gioielleria/oreficeria e seguito dal reparto abbigliamento, pelletteria, calzature e macchine per packaging.

“Pensare a un’Italia senza vino è stata un’impresa non semplice – ha dichiarato Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – anche perché i numeri non bastano a manifestare il danno di una ipotetica privazione di un elemento del Dna italiano. Ma abbiamo voluto fortemente accendere un faro, anche in occasione della Giornata nazionale del made in Italy, perché quello del vino è un patrimonio socioeconomico che va difeso e tutelato”.

“L’Italia senza il vino sarebbe una Nazione più povera – ha aggiunto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – non solo a livello culturale e ambientale, ma anche sul piano economico, in quanto il settore vinicolo è un asset strategico per l’occupazione e per l’export italiano nel mondo. Il vino è un elemento prezioso che va protetto nella sua integrità, nella qualità e il nostro compito è, al fianco degli imprenditori, quello di renderlo sempre migliore e attrattivo”.

Il legame tra vino e territorio

Bisogna, poi, ricordare che il vino contribuisce alla valorizzazione e alla promozione del territorio di origine. Lo studio, in particolare, ha preso come riferimento tre aree vitivinicole particolarmente celebri, cioè Etna, Langhe e Montalcino, dove gustare una bottiglia in sede consente di dar vita a un impatto (diretto, indiretto e indotto) di circa 118 euro a bottiglia per Montalcino, 109 euro per Barolo e 82 euro per l’Etna.

In pratica, si tratta di un’enorme ricchezza per i vari territori che, in un solo anno, corrisponde (rispettivamente) a circa 153, 131 e 123 milioni di euro. Insomma, una vera e propria fortuna che non può passare di certo inosservata.

Coppia beve vino

Il rapporto tra vino e territorio consiste in una carta vincente che questi territori, insieme ai loro relativi Consorzi di tutela, hanno saputo giocare a favore della loro vocazione identitaria, puntando sull’enoturismo come massima espressione anche remunerativa.

E proprio in merito al turismo del vino, l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, Montalcino conta circa 80mila turisti ufficiali, ai quali si risponde con oltre 300 strutture ricettive e 3mila posti letto; Barolo accoglie circa il 20% dei 90mila turisti che giungono nel territorio disciplinato dalla Docg; l’Etna, infine, ha raggiunto apici di artigianalità e accoglienza mai visti prima, attirando un turismo (anche) internazionale molto raffinato, tanto che circa il 60% delle 150 aziende di filiera organizza attualmente tour e degustazioni guidate.

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