Salone dei vini naturali VinNatur: a novembre 2016, a Roma

Il “No alla chimica” di 75 produttori di vino. Intervista ad Angiolino Maule.

Fra gli appuntamenti dall’anima green in calendario per novembre c’è anche il Salone dei vini naturali VinNatur.

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© Mauro Fermariello

L’appuntamento con i vignaioli che dicono “No alla chimica” in vigna come in cantina è previsto il 12-13-14 novembre a Roma, presso l’ex Cartiera Latina nel Parco Regionale dell’Appia Antica.

L’evento raccoglierà nella capitale ben 75 produttori di vino naturale provenienti non solo da 14 regioni italiane, ma anche dalla Spagna e da alcune rinomate zone vitivinicole francesi quali Champagne, Alsazia e e Roussillon (elenco completo QUI) per un totale di 300 vini.

Abbiamo intervistato Angiolino Maule, fondatore e attuale presidente VinNatur per capire qualcosa in più dell’Associazione nel mare magnum dell’offerta attuale, dove spesso il termine “naturale” occulta più che palesare.

Come è cresciuta la Vs organizzazione in questi anni?

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© Mauro Fermariello

“Dal 2006, anno di fondazione, la strada percorsa è stata molta e molti sono stati i vignaioli che abbiamo coinvolto in questa avventura. Fondamentale nel 2008 l’introduzione per tutte le aziende associate dell’obbligo di controllo. Tutte vengono controllate nel loro operato attraverso analisi chimiche fatte a campione sui vini. Un laboratorio accreditato Mipaaf (Enocentro di Bussolengo, VR) ricerca nei vini i residui di oltre 200 principi attivi contenuti in prodotti quali pesticidi, diserbanti, etc, per verificare che in vigna non vengano utilizzate sostanze chimiche. E questo accade ogni anno”.

Quanti soci siete?

“Siamo 160 al momento e assistiamo ad una continua crescita numerica. Ogni anno riceviamo oltre 50 richieste di produttori da tutta Europa i quali inviano i campioni dei loro vini che vengono sottoposti ad analisi sensoriale e di laboratorio. In media un quarto del totale viene rifiutato.”

Quali le vostre linee-guida?

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© Mauro Fermariello

“La prima è quella della trasparenza verso chi beve e acquista i nostri vini. Noi non li chiamiamo consumatori perché per noi non sono “soggetti che consumano”, sono persone prima di tutto, che scelgono di bere e acquistare ciò che noi otteniamo dalla terra nel rispetto della natura. Per questo hanno diritto a ritrovare nella bottiglia solo e unicamente ciò che ci deve essere secondo noi ovvero il vino. L’altra linea-guida è la collaborazione con la scienza, ossia università, ricercatori e professionisti in campo vitivinicolo. Perché è la scienza che ci può far comprendere sempre meglio l’ecosistema con il  quale interagiamo e di conseguenza può aiutarci a capire come rispettarlo maggiormente, come diventare ogni giorno più “delicati” e meno invasivi”.

Su quali progetti vi state concentrando al momento?

“Attualmente il più importante è il progetto triennale, totalmente autofinanziato, sulla “Fertilità biologica dei terreni”. L’obiettivo primo è quello di conoscere in profondità i suoli su cui insistono le nostre vigne, la loro vitalità e capacità di interagire con l’ambiente e con la vite stessa, in modo da poter capire come rapportarsi ad essi nel modo migliore. La meta finale è riuscire a portare nel calice ciò che le radici delle viti hanno raccolto e trasformato in vino naturale, il più possibile “sano”.

#naturalwine è l’hashtag più usato su Twitter, più di organic wine e simili. Un termine spesso ambiguo. Cos’è, per la vostra associazione, il vino naturale? 

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© Laura Sbalchiero

Il vino naturale per la nostra visione è il vino VinNatur, ovviamente. L’abbiamo definito nella premessa al nostro Disciplinare del vino VinNatur, da poco approvato dall’assemblea dei soci, dove si legge quanto segue. “Il vino prodotto dai soci VinNatur è connotato da una fondamentale caratteristica: è esente da ogni tipo di pesticida, ciò è garantito dalle analisi residuali che ogni anno l’Associazione effettua sui vini di tutti i viticoltori associati. Tutti i vini prodotti dai vignaioli soci VinNatur sono vini: ottenuti esclusivamente da uve provenienti da vigneti gestiti direttamente del viticoltore, curati secondo le indicazioni di base di cui al punto 1 e vinificati secondo le indicazioni di base di cui al punto 2”. E nel testo abbiamo iniziato ad elencare ciò che riteniamo corretto o non corretto nelle pratiche di vigna e cantina. Questo è solo un inizio, perché molte sono le precisazioni che probabilmente andremo a fare al disciplinare via via che si procederà con le visite di controllo nelle aziende. Però si doveva iniziare a mettere nero su bianco, e soprattutto a prevedere un piano di controlli. Altrimenti che garanzie diamo a chi beve i nostri vini?”

Convegno: “Vini naturali: dalle discussioni al disciplinare di produzione” previsto a Salone per sabato 12 novembre ore 11. Di cosa si parlerà?

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© Laura Sbalchiero

Intendiamo fornire un quadro della situazione attuale dell’agricoltura biologica in Italia, della sua evoluzione e delle prospettive future, anche in termini di mercato, concentrandoci poi sul mondo del “naturale”. Ci preme capire quali siano le strade che  la viticoltura naturale può percorrere per crescere, per guardare al futuro, puntando ad un rapporto trasparente con i clienti/acquirenti. E se, e come, il disciplinare possa contribuire a questa evoluzione”.

Obiettivi futuri di VinNatur?

“Stiamo elaborando nei dettagli il Piano dei controlli che permetterà, ad un ente riconosciuto dal Mipaaf, di verificare il rispetto del Disciplinare. Ecco, l’obiettivo a breve termine è  riuscire a fare un buon lavoro e  poi, successivamente, migliorarlo continuamente per renderlo sempre più adeguato e attento. Perché è una cosa molto importante. L’altro grande obiettivo è riuscire, a partire dai progetti sulla fertilità dei suoli e sulla biodiversità di cui abbiamo parlato, ad elaborare uno standard che permetta di misurare l’ecosistema delle nostre vigne. Vorremmo riuscire a comprendere quanto siamo vicini o lontani alla migliore situazione possibile, ovvero vorremmo poter dare un valore, un numero, al nostro rispetto per l’ambiente. Il mio sogno (perché al momento lo definisco ancora così) è che un giorno non servano né disciplinari né norme né regole, ma che basti un unico dato, un unico numero, per comprendere la cura che abbiamo per le nostre vigne e l’ambiente che le circonda; un numero che ci dica quanto “leggeri” siano i nostri passi”.

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