Perché la distillazione è considerata green?

Un esempio straordinario di gestione ambientale virtuosa delle risorse che ci viene spiegato dal Direttore di Assodistil.

Perché il mondo della distillazione è considerato green? E perché lo smaltimento dei sottoprodotti della filiera vinicola è così importante? Ce lo spiega Daniele Nicolini, Direttore di Assodistil.

Qual è il ruolo delle distillerie e perché sono fondamentali per la filiera vitivinicola?Senza titolo-1
“Le distillerie rappresentano, a tutti gli effetti, l’anello conclusivo della filiera vitivinicola con cui si completa la totale valorizzazione dei prodotti derivanti dalla trasformazione dell’uva. A seguito della pigiatura dell’uva le cantine conferiscono alle aziende della distillazione i co-prodotti della vinificazione, vale a dire vinacce e fecce. Si tratta di un servizio fondamentale per i produttori di vino che, in tempi brevi, consente la corretta gestione di circa un milione di tonnellate di co-prodotti all’anno, evitando in primis che gli stessi vadano incontro a fermentazioni anomale durante lo stoccaggio in cantina a discapito della qualità dei vini. Altro grande vantaggio è che questo sistema di recupero sottrae i resti della vinificazione a possibili utilizzazioni fraudolente per sofisticazioni in ambito vinicolo, un rischio da sempre presente nel settore ma arginato con successo grazie all’attività dei distillatori e ai controlli da parte delle Autorità competenti che ne consegue, garantendo così alti standard di qualità”.

In che senso il ruolo delle distillerie può essere definito green?
“Con le distillerie si contiene egregiamente l’impatto ambientale che volumi così importanti di sottoprodotti genererebbero nel caso dovessero essere gestiti in ambito delle cantine. Per questo il sistema dei conferimenti dei co-prodotti in distilleria è considerato insostituibile in termini di garanzia delle norme ambientali. Basti pensare che, senza il supporto delle distillerie, le cantine si troverebbero a smaltire oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione che, senza un adeguato trattamento, produrrebbero un inquinamento stimato in circa 250.000 tonnellate di domanda chimica di ossigeno (COD) ovvero l’ossigeno consumato per la loro decomposizione. Tale cifra rappresenta l’equivalente degli effetti delle emissioni di CO2 per una città di 10 milioni di abitanti (dati 2010). Valorizzando i co-prodotti ed i sottoprodotti della vinificazione, ogni anno le distillerie permettono alla viticultura di ridurre le emissioni di CO2 di circa 500.000 tonnellate. Il meccanismo, ormai consolidato e collaudato, è caratterizzato da forte efficienza e bassi costi. Inoltre, tutto ciò che passa per la distilleria viene valorizzato, realizzando così una vera e propria “filiera della sostenibilità”. Dai cereali al vino, dalla frutta alle vinacce, le materie utilizzate in distillazione hanno tutte una seconda vita. Infine, ciò che residua dal processo viene avviato alla produzione di energia verde. Quello delle distillerie, insomma, è un esempio straordinario di gestione ambientale virtuosa delle risorse, con una produzione di rifiuti quasi pari a zero, ed autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo di biomasse e biogas come fonti rinnovabili di energia”.

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