Uiv: export vino italiano stabile in Usa. Ernesto Abbona: “segnale positivo e forte”
L’ambasciata italiana a Washington lavora duramente per rivedere i dazi introdotti dall’amministrazione Trump ma, intanto, il vino italiano resiste.
Il Belpaese si mantiene infatti primo fornitore negli Stati Uniti allungando nettamente il passo sui competitor: sulla Francia che, a causa dei dazi aggiuntivi, perde il 25,3% a valore (fermo a 791 milioni) e sulla Spagna che vede un calo dell’export del 12,3% (159 milioni).
Quelli riportati sono gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio del vino Uiv, Unione Italiana Vini che, alla luce della situazione Oltreoceano, incalza il governo e l’Ambasciata italiana a Washington contro eventuali regimi tariffari.
Più 27 mila i commenti di sostegno alla revisione dei dazi aggiuntivi predisposti dall’amministrazione Trump sui prodotti europei negli Stati Uniti: una partecipazione e un numero di interventi eccezionale che Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), legge come un segnale “positivo e forte” dato sia dalla filiera del vino che dalle diplomazie interessate, in primo luogo dall’Ambasciata italiana a Washington che, come ricordato dal presidente “ha operato ininterrottamente a stretto contatto con la nostra associazione”.
“Abbiamo apprezzato – continua Ernesto Abbona – l’intensa azione di governo per scongiurare il carosello dei dazi sul vino italiano. È stato fatto tutto quanto nelle nostre possibilità e in ragione di ciò, pur nell’incertezza di scenari, è doveroso confidare in una soluzione positiva delle trattative e attendere la decisione prevista per il 12 agosto”.
Le attività e la imprese italiane a seguito di un’eventuale chiusura del mercato americano – evidenzia una nota Uiv recentemente inviata al governo – rischierebbero di vedere il proprio lavorio inesorabilmente compromesso e  “nessuna misura di sostegno al settore potrebbe mai compensare le gravissime perdite potenziali in caso di dazi aggiuntivi“.