La New economy del vino presentata al Vinitaly special edition: l’analisi di Coldiretti

C’è stata da poco la Vinitaly special edition a Verona con tantissime aree espositive uniche. Una tra cui anche l’esposizione dei grappoli d’uva . Ma uno dei temi più interessanti è venuto fuori da un’analisi diffusa da Coldiretti proprio al Salone internazionale dei vini e dei distillati. Si tratta di una ricerca in merito alla new economy del vinoche ha mostrato come la catena vinicola si arricchisca continuamente puntando anche sui cosmetici green e sui prodotti alimentari innovativi, facendo aumentare i posti di lavoro inserendo più di un milione di persone.

La New economy del vino crea lavoro

Lo spettro d’azione nel business del mondo del vino si amplia sempre di più. Si parla infatti di new wine economy ma non si fa riferimento solo del vino da bere. Protagonisti di questo nuovo trend sono i cosmetici green fino ai più nuovi prodotti alimentari. In questo modo anche i posti di lavoro aumentano dando così un impiego a 1,3 milioni di persone. Tutto ciò ha ottenuto uno spazio d’onore al Vinitaly special edition dove è stata messa a punto la prima esposizione interamente dedicata a questi nuovi esempi di business. 

Il lavoro nel mondo del vino

Se si parla di figure professionali del mondo del vino si fa riferimento a tutta quella serie di professioni che svolgono i lavori legati al vino da bere. Si andrebbe a considerare quindi gli enologi, i viticoltori, i sommelier, e così via fino anche al wine blogger. Con la new wine economy vengono invece alla luce nuove professionilegate al settore vinicolo, ma non per forza legate al vino da bere. Lo studio effettuato da Coldiretti tratta infatti una serie di settori che sono un po’ più lontani da questo scenario, ma vediamoli più nel dettaglio.

I settori della new economy del vino

I nuovi lavori collegati al mondo del vino conciliano anche la necessità delle imprese agricole di diversificare le attività. Soprattutto, però, si punta a ottimizzare la gestione delle risorse verso la sostenibilità con le nuove tendenza di consumo e la voglia di naturalezza post pandemia. Ad esempio, dalla raccolta di un grappolo d’uva si possono creare posizioni lavorative in più di 20 settori tra cui:

  • Industria del vetro e dei tappi
  • Trasporti
  • Assicurazioni
  • Vivai
  • Imballaggi
  • Cosmetica e mercato del benessere
  • Editoria e pubblicità
  • Programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura

Ecco alcuni dei prodotti Wine Beauty

Secondo l’analisi stilata da Coldiretti, la linea di prodotti del wine beauty si arricchisce sempre di più. Dai vigneti di Soave in Veneto si ricavano esclusivi profumi, così come partendo dalla Freisa d’Asti in Piemonte si producono un’ottima crema viso e altrettanti prodotti da doccia. Stessa situazione nel mercato del beauty e del wellness si ha scendendo verso l’Emilia Romagna e l’Umbria. Per citare altre etichette che fanno parte di questo business of wine si ha il vino Rosso Piceno e il Verdicchio dei castelli Jesi, da cui si ottengono cosmetici come shampoo o prodotti viso. Senza dimenticare il Barbera le altre varietà di vino coltivate sulle colline dell’Oltrepò Pavese e il Merlot.

Wine economy: caramelle, birra e formaggio

Di questa new economy venuta fuori al Vinitaly special edition sono un esempio anche le birre di vino. In particolare, si tratta di una birra sperimentata in Lombardia con il Moscato di Scanzo, un vitigno presente esclusivamente nella zona lombarda. Una birra particolare che si ricava dalla lavorazione del mosto d’uva appassito. Si può ricavare anche dal Moscato giallo, mentre in Sicilia si ottiene addirittura con la lavorazione dello Zibibbo.

Come non citare lo sparkling wine più famoso all’estero: il Prosecco. Dal suo utilizzo si ottiene un formaggio molto pregiato. Passando infine all’Amarone con cui, in Veneto, si produce una particolarissima caramella.

La filiera si allarga grazie alla new economy del vino

Dall’analisi di Coldiretti quindi emergono delle novità importanti per gli appassionati del mondo del vino e non. La creazione di nuovi posti di lavoro, fino a un totale di 1,3 milioni è senza dubbio una buona notizia anche per il comparto. Insomma, una “filiera allargata” di grosso impatto sul settore economico ed occupazionale legata al mondo vitivinicolo.  

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