Mal di testa da vino rosso: perché arriva? Individuato il responsabile

Il mal di testa è un disturbo comune che colpisce quasi tutti almeno una volta nella vita. Sebbene molte persone associno il mal di testa con il consumo di alcolici, la relazione tra i due non è sempre diretta o semplice. Esaminiamo più da vicino il legame tra il mal di testa e il consumo di alcol, in particolare il vino.

Mal di testa da vino rosso: esiste veramente?

Il mal di testa si può suddividere in due categorie principali: emicrania e cefalea a grappolo. In alcuni casi, il consumo di alcolici, come il vino rosso, è stato collegato all’insorgenza di cefalee a grappolo, specialmente in soggetti predisposti. La cefalea può manifestarsi immediatamente dopo l’assunzione di alcolici o dopo alcune ore.

Un fenomeno particolarmente noto è il “mal di testa da vino rosso“. Studi recenti, come quello condotto dall’Università della California a Davis e pubblicato su “Scientific Reports“, hanno rivelato che la quercetina, un antiossidante naturale presente nel vino rosso, potrebbe essere responsabile. La quercetina, può bloccare il metabolismo dell’alcol, portando all’accumulo della tossina acetaldeide, che a sua volta causa mal di testa, nausea e arrossamenti.

Alcuni studi indicano che circa il 40% della popolazione asiatica orientale ha un enzima che non metabolizza efficacemente l’acetaldeide, rendendo queste persone più suscettibili al mal di testa da vino rosso. Inoltre, la quercetina può variare drasticamente nei livelli di concentrazione in base alle tecniche di produzione del vino, come il contatto con la buccia durante la fermentazione e i processi di invecchiamento.

Gli scienziati stanno ora confrontando vini rossi con differenti livelli di quercetina per testare la loro teoria sui mal di testa da vino rosso. Un piccolo studio clinico umano, finanziato dalla Wine Spectator Scholarship Foundation, è in fase di realizzazione per approfondire questa ipotesi.

Le ricerche sull’effetto del vino rosso sul mal di testa stanno quindi aprendo nuove prospettive sulle cause e sul trattamento di questa condizione. La comprensione del ruolo della quercetina potrebbe portare a nuovi approcci nella prevenzione e nel trattamento del mal di testa da vino, allo scopo di sviluppare strategie di prevenzione e trattamento più efficaci.

Mal di testa da vino: cosa dice la scienza sulla correlazione con gli alcolici

Il mal di testa da vino è un fenomeno ben noto, ma le sue cause sono state oggetto di molteplici teorie e studi. Inizialmente, si pensava che i solfiti, usati nella conservazione del vino, fossero i colpevoli principali delle cefalee a grappolo. Tuttavia, il loro impiego diffuso nell’industria alimentare e le elevate quantità richieste per l’intossicazione rendono questa teoria improbabile.

Infatti, i solfiti sono chimici potenzialmente tossici, ma per provocare intossicazione e sintomi come dolore addominale, crampi e vomito, è necessario un consumo molto elevato, ben al di sopra delle quantità presenti in un bicchiere di vino. Ciò non esclude, però, che alcune persone possano essere ipersensibili ai solfiti, rendendo necessaria la dicitura “contiene solfiti” sulle etichette dei vini.

L’assunzione moderata di alcolici è associata all’emicrania solo nel 10%-30% dei casi e meno frequentemente alla cefalea di tipo tensivo. Tuttavia, l’abuso di alcol può causare la cronicizzazione di una cefalea tensiva e scatenare attacchi di cefalea a grappolo anche con piccole quantità.

Mentre il consumo eccessivo di qualsiasi alcolico può causare mal di testa, la suscettibilità varia a seconda della persona e del tipo di alcolico consumato.

Infatti, nonostante il vino rosso sia spesso associato al mal di testa, non esistono differenze significative nel rischio tra il vino rosso, il vino bianco, la birra e i superalcolici. La suscettibilità individuale all’alcol e la presenza di sostanze vasodilatatorie come l’istamina e la tiramina possono variare notevolmente da persona a persona.

Entrambe sono ammine biologiche, presenti naturalmente negli alimenti e notoriamente associate a reazioni allergiche. Un’intolleranza a queste sostanze potrebbe spiegare il mal di testa scatenato anche da un solo bicchiere di vino, escludendo casi di intossicazione alcolica.

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Altre cause potenziali di cefalea a grappolo da vino

Oltre alle ammine, la crescita batterica dovuta ai processi fermentativi, la conservazione e il consumo di vini di bassa qualità potrebbero contribuire alle cefalee a grappolo. Meglio non puntare al costo più basso della bottiglia quindi, ma soffermarsi sull’analisi di un efficace e vincente rapporto tra qualità e prezzo.

Anche la disidratazione legata al consumo generico di alcolici non è da sottovalutare. La qualità del vino sembra giocare un ruolo importante, suggerendo di preferire sempre vini di buona qualità.

Cosa fare in caso di mal di testa da vino

Se si soffre di emicrania o cefalea tensiva, è possibile consumare moderatamente alcolici, ma con cautela. In caso di cefalea a grappolo, è consigliabile evitare l’alcol durante i periodi dolorosi. Per chi ha un’elevata sensibilità all’alcol, è meglio optare per bevande analcoliche.

Certamente, la conoscenza dei propri limiti nel consumo di alcolici possono aiutare a prevenire e gestire il mal di testa. È fondamentale ascoltare il proprio corpo e consultare un medico in caso di mal di testa ricorrenti o gravi.

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