L’attività del settore distillatorio come esempio naturale di economia circolare

Presentato il primo Report di sostenibilità del settore distillatorio: nel 2019 risparmiate 500mila tonnellate di CO2 e prodotti 300mila MWh di energia verde

Sono dati eccezionali e significativi quelli raccolti nel primo Report di sostenibilità del settore distillatorio. Sono numeri che parlano di un’attività, quella quotidiana delle distillerie, che è esempio naturale e singolare di economia circolare.

Presentato lo scorso 11 dicembre da AssoDistil – Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti – e redatto in collaborazione con Lifegate, lo studio sulla sostenibilità delle distillerie italiane è stato realizzato sulla base dei dati raccolti da 11 imprese associate, rappresentanti l’80 per cento delle sezioni merceologiche di interesse (acquaviti e alcol industriale).

Il Report è un documento ampio e strutturato che, facendo riferimento all’attività delle distillerie nell’anno 2019, è descrizione puntuale dell’intero lavoro di una filiera virtuosa di gestione e valorizzazione dei sottoprodotti destinati alla distillazione, prima, e alla produzione di energia, poi. Il settore distillatorio, infatti, dà vita a una vasta gamma di prodotti che si rivolgono al mercato alimentare, alla produzione di alcol per uso carburante (bioetanolo), per uso industriale e alla produzione di acidi organici, olii vegetali, polifenoli, mangimi e fertilizzanti. In seguito, i residui del processo di distillazione, vengono reimpiegati per produrre energia elettrica verde, biogas e biometano. Il settore, fornisce quindi nel suo complesso, un concreto contributo al miglioramento della qualità dell’ambiente.

Traducendo il concetto in numeri, senza le distillerie, nel 2019, avremmo prodotto un inquinamento pari a 500 mila tonnellate di CO2, l’equivalente alle emissioni di una città di 10 milioni di abitanti. Il settore distillatorio dispone di una potenzialità installata per produrre oltre 300 mila m³ all’anno di bioetanolo sostenibile, il biocarburante di origine naturale più diffuso al mondo e l’unico a poter rispondere alle necessità di sostenibilità del settore trasporti e a contribuire all’abbattimento delle emissioni. I residui della distillazione, inoltre, si prestano a essere riutilizzati come biomasse combustibili: con la combustione di questi residui e la digestione dei reflui, soprattutto borlande, vengono prodotti quasi 300mila MWh all’anno di energia elettrica destinata principalmente all’autoconsumo.

Uno dei fattori chiave per la virtuosità ambientale e la circolarità del settore distillatorio sta nella modalità di approvvigionamento delle materie prime: “le associate – si legge difatti nel report – utilizzano fornitori storici e tendono a privilegiare quelli locali per contribuire all’economia del territorio. Considerando i fornitori delle associate incluse nel report, i fornitori locali sono pari al 35 per cento, ma se si guarda alla sola filiera vitivinicola le percentuali salgono notevolmente, dal momento che il settore distillatorio risponde completamente alle necessità della filiera vitivinicola che trova utile sbocco nei sottoprodotti della produzione del vino, vinacce e fecce”. Le vinacce utilizzate come materie prime superano le 534mila tonnellate, mentre le fecce utilizzate sono oltre 209mila.

Ricerca delle migliori materie prime, elaborazione scrupolosa delle ricette, attenzione nell’attuazione dei protocolli di produzione e nei controlli di qualità: “il lavoro delle distillerie – come ha sottolineato Antonio Emaldi, presidente AssoDistil – è un percorso continuo che guarda a un concetto sempre più ampio di sostenibilità ambientale, economica e sociale, dalle produzioni agricole al prodotto finito e confezionato: un approccio olistico – ha concluso Emaldi – coerente con lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.

“Il primo report di sostenibilità del settore distillatorio – ha detto Sandro Cobror, direttore di AssoDistil – rappresenta per l’Associazione una tappa molto importante nel percorso di crescita dell’intero comparto. Oggi le distillerie prendono consapevolezza dell’importanza non solo di praticare la sostenibilità economica, sociale ed ambientale, ma anche di comunicarla in maniera trasparente per rafforzare il fondamentale rapporto con il territorio. L’impegno di AssoDistil – ha continuato il direttore – è di accompagnare la crescita sostenibile delle aziende anche attraverso la ricerca e l’innovazione per permettere di sfruttare completamente il potenziale ancora inespresso delle produzioni in distilleria in un’ottica di economia circolare coerente con gli obiettivi comunitari del Green Deal”.

Alle parole di Sandro Cobror hanno fatto eco quelle Paolo De Castro, eurodeputato e membro della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale, che intervenuto durante la presentazione del Report ha detto: “La grande prospettiva del Green New Deal è trovare un equilibrio di sviluppo tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Deve iniziare una fase nuova che andrà tradotta in atti legislativi e in misure concrete. Una riforma che dovremo fare insieme agli agricoltori e a tutti i protagonisti delle diverse filiere. Siamo dentro un percorso, nel quale vogliamo far crescere e maturare l’idea di sostenibilità da parte del nostro sistema produttivo. L’Europa – ha concluso De Castro – ci sta scommettendo molto e un plauso va a chi, come AssoDistil, si sta muovendo in questa direzione”.

Le imprese associate che hanno contribuito alla realizzazione del report sono: Bottega Spa, D’Auria Distillerie & Energia Spa, Distilleria Bertolino, Distilleria Deta Srl, Distilleria G.Bertagnoli Srl, Distilleria Marzadro Spa, Distillerie Bonollo Spa, Distillerie Bonollo Umberto Spa, Distillerie Mazzari Spa, Fratelli Francoli Spa, Ima Srl – Industria Meridionale Alcolici (Gruppo Bertolino). Il report di Sostenibilità è stato redatto in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti nel 2016 dal Global Reporting Initiative (GRI), secondo l’opzione “Referenced”. Il GRI è il riferimento più diffuso a livello internazionale per la rendicontazione di sostenibilità e si tratta di un’associazione indipendente internazionale che promuove lo sviluppo di una rendicontazione volontaria delle performance economiche, ambientali e sociali.

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