Franciacorta: le modifiche al disciplinare alla Milano Wine Week

La nuova metodologia automatizzata per il riconoscimento cromatico del rosè

Il Consorzio Franciacorta torna a far scuola nel mondo del vino, presentando in occasione della Milano Wine Week alcune modifiche del disciplinare.

In particolare, l’introduzione di una nuova metodologia automatizzata di riconoscimento cromatico dei rosé si pone in scia alla tradizione di grandi innovazioni del Consorzio e potrebbe rappresentare un evento precursore per molte altre denominazioni.  

Facendo un passo indietro nella storia della denominazione si può meglio rappresentare quanto ricerca e innovazione abbiano da sempre caratterizzato questa zona di eccellenza… a più atmosfere.

È il 1995, infatti, quando il Consorzio Franciacorta dopo lunghi studi arriva a perfezionare e registrare il nome “Satèn”, la nuova metodologia di produzione di spumanti con rifermentazione in bottiglia a più bassa pressione, che determina una bollicina più raffinata e setosa.

Pionieri delle bollicine italiane

Nello stesso anno gli spumanti di Franciacorta diventano il primo metodo classico a vantare la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Attualmente, inoltre, la Franciacorta è l’unica denominazione di spumante in Italia, assieme ai soli Cava e Champagne in Europa, ad aver ricevuto autorizzazione a poter scrivere sulla propria etichetta il nome Franciacorta senza obbligo di specificare DOCG. 

Proprio In questo solco di evoluzione, si innesta la suddetta nuova tecnologia di misurazione del colore, totalmente basata su un metodo scientifico, e non più solo sull’occhio umano.

Nel portare a termine questa missione è venuto in aiuto anche il mondo accademico: i Comitati Intersettoriali di Ottica (CIE) ed enologici (OIV) hanno spolverato la colorimetria tristimolo, realizzando un modello scientifico di misurazioni basato su una scala semplice e intuitiva, che esprime il colore come la risultante dei livelli di rosso (a*) e giallo (b*), intensità (C), sfumature (H) e luminosità (L).

Di questa misurazione, più puntuale ed accurata, beneficeranno staff tecnici, uffici commerciali, grafici e reparti di comunicazione e marketing, rendendo possibile una valutazione delle tonalità e delle peculiarità delle diverse annate. 

L’evento Franciacorta a Milano

La presentazione è arrivata, come detto, in uno degli eventi della Milano Wine Week, proprio nella sede operativa della settimana meneghina, ovvero Palazzo Bovara.

La conferenza stampa è stata anticipata da un gustoso prequel, ovvero un pranzo in piedi, in una delle sale del raffinato palazzo di Corso Venezia, con le creazioni culinarie dello chef Andrea Aprea.

Un’intraprendente caprese tra il dolce e il salato e un crudo di fassona con cucunci, cipolla caramellata e senape hanno aperto gli antipasti, accompagnati da due bolle Rosè Brut, il’61 di Berlucchi e il Mosnel.

Gli assaggi delle portate principali hanno poi spaziato dall’uovo di selva con grana padana, caffè e cardoncelli, un risotto cacio e pepe con fichi e gambero rosa, fino al baccalà con provola liquida. Qui altre bollicine Rosè Brut, il Ferghettina 2019 e il Corte Fusia.

L’evento ha poi avuto la sua continuazione nella tensostruttura allestita nell’atrio centrale scoperto dell’edificio.

Le parole del presidente del Consorzio Franciacorta

Qui si sono susseguiti gli interventi, aperti dal presidente del Consorzio, Silvano Brescianini, orgoglioso della storia della sua DOCG: “Rivendico per la nostra denominazione diversi primati – ha esordito Brescianini – a cui aggiungiamo oggi anche questa innovativa determinazione delle sfumature precise del colore rosè che saranno misurate dalle macchine, per una totale precisione al servizio della comunicazione e lo studio di coloro che fanno parte del nostro universo. Siamo consapevoli che il mondo stia cambiando e non possiamo stare a guardare, ma dobbiamo essere al passo con i tempi, portando avanti di pari passo i concetti di innovazione e sostenibilità: tante idee e nuovi progetti nel tentativo di alzare l’asticella della qualità”.

E del comitato tecnico

La serie di interventi è poi seguita con le parole di Mario Falcetti, responsabile del comitato tecnico del Consorzio: “Per noi questo nuovo progetto è legato ad una scelta di 30 anni fa, quella di creare un comitato tecnico di studio. Siamo partiti con la zonazione pubblicata nel 1997, in cui dividemmo la nostra area in 6 sottozone, grazie alla quale abbiamo ora una linea temporale di monitoraggio più puntuale. In più ora abbiamo una pubblicazione annuale delle linee guida per una viticoltura sostenibile, con obiettivi di miglioramento anno per anno, azienda per azienda, grazie anche al monitoraggio delle nostre 50 stazioni meteorologiche”.  

La parola è quindi passata a Flavio Serina, responsabile dell’area ricerca e sviluppo, che ha illustrato alcune delle altre novità introdotte nel disciplinare: “Abbiamo eliminato il tetto massimo dei 550 metri come massima altitudine per le zone di produzione, una scelta obbligata alla luce del cambiamento climatico, e abbiamo altresì modificato il massimale di produzione di uva ad ettaro da 12 a 10 tonnellate. Inoltre, è stato deciso le bottiglie che nascono per essere Satèn, dovranno essere Satèn e non potranno essere riconvertite a Franciacorta e viceversa”.

Il panel si è poi chiuso con l’intervento di Leonardo Valenti dell’Università di Milano, che ha sottolineato il grande lavoro di studio sulla composizione chimico-fisica e biologica dei suoli e della biodiversità, supportati dall’ambizioso progetto F.A.Re.Su.BIO.

(Andrea Amato)

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