Federvini alla Milano Wine Week avanza proposte al nuovo Governo

Federvini e Milano Wine Week hanno debuttato con “Wine agenda”

Durante la 5a edizione di Milano Wine Week ha debuttato “Wine Agenda”, appuntamento voluto da Federvini e Milano Wine Week. L’evento è nato per analizzare il presente e il futuro del comparto, individuandone le priorità in chiave di tutela e di sviluppo. Proprio in questo ambito Federvini ha avanzato delle proposte al nuovo Governo.

I lavori, a cui hanno partecipato alcuni dei principali esponenti del settore vinicolo e importanti rappresentanti delle forze politiche, si sono concentrati sulle richieste del settore al Parlamento in via di insediamento e al Governo di prossima costituzione. Richieste di carattere emergenziale, frutto di una situazione andatasi aggravandosi negli ultimi mesi e che oggi rischia seriamente di mettere in ginocchio uno dei comparti di maggior valore identitario e tra i più rilevanti dell’intera produzione agroalimentare del Paese.

“È fondamentale e urgente dare vita a misure straordinarie, immediate e a medio termine, per aiutare le imprese a crescere, anche attraverso acquisizioni e aggregazioni – ha dichiarato la Presidente di Federvini Micaela Pallini – Abbiamo bisogno di imprese più grandi e di politiche per la promozione del vino italiano sui mercati esteri. Al nuovo Governo chiediamo interventi concreti, anche sul piano della tutela a livello internazionale, dove sono in atto tentativi di demonizzare le bevande alcoliche su scala globale, senza voler considerare il vero nodo da affrontare: l’educazione al consumo responsabile.”

Nuova partnership tra pubblico e privato per il futuro del vino italiano

Le proposte di Federvini al Governo si articolano nella richiesta di una serie di interventi, che guardino alle emergenze del presente e alle sfide futuro, in particolare tesi a:

  • Promuovere interventi di defiscalizzazione per incentivare crescita dimensionale e internazionalizzazione
  • Dare vita a un piano di comunicazione per il vino italiano all’estero riconoscendone i valori economici, occupazionali e identitari
  • Contrastare l’irrazionale demonizzazione delle bevande alcoliche da parte di organismi sovranazionali
  • Attenuare i costi di approvvigionamento energetico

La leva fiscale potrà avere un ruolo determinante nel favorire le aggregazioni per creare gruppi di dimensione europea, oltre che nuove realtà commerciali rivolte all’internazionalizzazione, e per favorire lo sbarco di queste nuove realtà sul mercato dei capitali così da rafforzarne i livelli di capitalizzazione. Occorre intervenire per ridurre la frammentazione che caratterizza il comparto e che, anche per la mancanza di una regia e di una visione comune, lascia troppi singoli produttori senza la possibilità di aggredire i mercati esteri in modo coordinato ed efficace.

Il rapporto Mediobanca

Le proposte di Federvini non finiscono qui. Puntando sulla necessità di un rinnovato sostegno al posizionamento e alla promozione del vino italiano nel mondo, trovano riscontro nei contenuti dello studio realizzato dall’Area Studi Mediobanca. Da questo studio si evidenzia il gap che le imprese vitivinicole italiane registrano rispetto a produttori esteri, in particolare francesi, sotto il profilo dei valori unitari.

Un export, quello del vino italiano, definito da Mediobanca “concentrato, di prossimità ma ancora povero”, in particolare sotto il profilo del prezzo medio: 32,2 USD per la Francia contro 25,3 USD per l’Italia. Un dato in parte compensato dal confronto sui volumi di esportazione, che vede l’Italia prevalere ampiamente nel confronto con la Francia, e sul trend di crescita del valore complessivo delle esportazioni negli ultimi 10 anni: + 39,4 % per l’Italia, + 29,5% per la Francia.

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