Consumo vino italiano all’estero mai così basso. Meno 20% in un anno

Erano trent’anni che il consumo di vino italiano all’estero non toccava cifre così basse. L’anno del Covid ha pesantemente influito sull’export del vino tricolore, che – come se non bastasse – ha dovuto fare i conti anche con le perdite dell’Horeca. Unica a salvarsi, la grande distribuzione – dove un’analisi di Coop ha anche individuato il vino più acquistato in Italia. Quelli che aspettano il settore sono mesi importanti, mentre alcuni mercati – come quello cinese – danno già primi segnali di ripresa. Questa la panoramica sulla salute del vino italiano emersa ieri durante l’incontro on line “Il mercato del vino dopo un anno di pandemia” promosso da Coldiretti e dal Comitato di supporto alle politiche del vino.

Consumo vino italiano all’estero: addio a 1 bottiglia su 5

L’export del vino italiano nel 2021 fa segnare dunque un calo del 20%. Più nel dettaglio, Coldiretti sottolinea che all’estero si è detto addio ad una bottiglia di vino italiano su cinque a causa dell’emergenza Covid. Ma non è solo il made in Italy a soffrire. I consumi mondiali di vino, infatti, sono scesi ai minimi da 15 anni su un valore di appena 2,34 miliardi di litri nel 2020 – secondo un’analisi della Coldiretti su dati Oiv.

consumo vino italiano all'estero

Dove si beve vino italiano all’estero: i mercati di riferimento

Il mercato del vino italiano all’estero si rivolge verso diversi Paesi sparsi in tutti e 5 i continenti. Da non dimenticare, infatti – come sottolinea la nota di Coldiretti – che l’Italia è il principale esportatore mondiale di vino, con la maggior parte della produzione nazionale che viene consumata all’estero. Numeri importanti, come dimostrano quelli fatti registrare durante le ultime feste natalizie, quando il consumo di Prosecco ha battuto quello di Champagne.

Il campanello d’allarme scatta considerando il calo dei consumi di vino italiano nei principali mercati esteri di riferimento. Dall’incontro è emerso che:

  • Export vino italiano verso Stati Uniti. Gli Usa sono sono il primo mercato di riferimento per il vino italiano. Qui gli acquisti si sono ridotti del 22% in quantità.
  • Export vino italiano verso Germania. Secondo acquirente a livello mondiale per le bottiglie italiane, in Germania si registra una diminuzione del 24%.
  • Export vino italiano verso Gran Bretagna. Terzo mercato più importante, in UK il calo dei consumi di vino italiano risente anche della Brexit e segna -33%.
  • Export vino italiano verso Francia. Calo a doppia cifra anche in Francia dove le vendite si sono ridotte di oltre un terzo (-35%).

La speranza – continua Coldiretti – è che il trend si possa invertire con l’avanzare delle campagne di vaccinazione e la riapertura dei canali di ristorazione – a cui, secondo una recente nota di Uiv, è legato il futuro del settore vino. Un segnale positivo in tale senso viene dai Paesi più avanti verso il ritorno alla normalità. Un esempio? La Cina, dove il vino italiano è stato impegnato in recenti eventi di promozione come Vinitaly, andato in scena a Chengdu a inizio aprile. Nel paese del dragone, le esportazioni sono calate di appena il 2% rispetto allo scorso anno.

consumo vino italiano all'estero

Consumi vino nel mondo. Dove si stappano più bottiglie?

Altro dato interessante emerso durante l’incontro è la modifica dei consumi di vino nel mondo. A influire, il blocco del turismo, ma anche – come già detto – la chiusura della ristorazione.

L’impatto – continua la Coldiretti – è evidente nel commercio internazionale di vino che crolla in valore del 6,7% per un importo totale di 29,6 miliardi. Le predite più pesanti che colpiscono gli spumanti (-15%) il cui consumo è spesso legato ai festeggiamenti, venuti a mancare nel tempo del Covid.

Nel dettaglio, la classifica dei Paesi che consumano più vino al mondo:

  1. Portogallo: 51,9 litri procapite
  2. Italia: 46,6 litri procapite
  3. Francia: 46 litri procapite
  4. Svizzera: 35,7 litri procapite
  5. Austria: 29,9 litri procapite

 Il futuro è promozione e riapertura ristoranti

Dopo aver preso coscienza della situazione, non si può che guardare al futuro. E trovare un gancio per la ripresa.

“Va rafforzata la promozione del vino made in Italy sui mercati internazionali per cogliere in pieno la ripartenza e non perdere quote di mercato- ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. – Ma più di tutto stiamo sostenendo, nel pieno rispetto delle regole di prevenzione, la ripartenza della ristorazione e del canale Horeca. Che per i vini pregiati è l’unica misura veramente utile”.

“Nelle scorse settimane, inoltre – conclude Prandini – abbiamo richiesto l’attivazione delle misure straordinarie di distillazione di crisi e stoccaggio privato dei vini”.

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