Consorzio Vino Chianti verso una modifica del disciplinare

A tutela di chi il vino lo fa e di chi lo beve.

copy-chianti_logoMaggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutela del consumatore. Sono queste le motivazioni che hanno spinto il Consorzio Vino Chianti a muoversi verso una proposta di modifica del disciplinare discussa la scorsa settimana con gli operatori della filiera, che prevede che il vino Chianti DOCG si possa imbottigliare soltanto in Toscana.

vignaUn tentativo per difendere la denominazione legandola in maniera ancora più stretta al suo territorio di produzione. “Ad oggi infatti è possibile imbottigliare i nostri prodotti in tutto il mondo, ma una volta approvata questa variante al disciplinare si potrà imbottigliare esclusivamente in quasi tutto il territorio della Toscana” motiva Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. “Si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento”.

Non riguarderanno questo provvedimento, come previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana che hanno già acquisito il diritto: cioè coloro che imbottigliano Chianti da almeno due anni. In questo modo – spiega il Consorzio – sarà quindi possibile bloccare ogni nuovo imbottigliatore con sede fuori dalla regione Toscana garantendo un maggiore controllo dell’intera filiera e dell’effettiva qualità del vino imbottigliato.

Dopo l’approvazione della filiera, il provvedimento passerà all’esame del Comitato Nazionale Vini per successivamente diventare oggetto di un decreto ministeriale. L’augurio, per il Presidente Busi, è che già la prossima vendemmia possa beneficiare di tale provvedimento.

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