Il binomio tra vino e arte è sempre più forte

Le protagoniste sono Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.

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Investire su arte e cultura costituisce una leva di sviluppo importante e sempre più strutturata per le aziende del vino made in Italy. Lo testimoniano le performance artistiche nei vigneti, le degustazioni in cantine abbinate a mostre ed esposizioni, i contributi di grandi artisti e designers per la realizzazione delle etichette o del packaging.

Il binomio tra vino ed arte va sempre più rafforzandosi come dimostrano gli impegni per finanziare i restauri di alcune opere (un esempio per tutti quello dell’affresco della Madonna della Cintola di Benozzo Gozzoli, finanziato dal Consorzio vini di Montefalco: i produttori vitivinicoli si sono tassati con un cent a bottiglia). Iniziative sempre meno occasionali, come attesta la costituzione di fondazioni ad hoc come quella del Consorzio del Brunello di Montalcino.

Emergono anche le cantine che hanno aperto musei all’interno dei quali raccontano la storia del territorio e le metodologie di produzione per tutelare e trasmettere la propria identità. Segno di una capacità diffusa di operare perseguendo una visione strategica che va oltre il profitto immediato e contribuisce a migliorare quegli asset intangibili che promuovono il sistema dei valori aziendali.

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Sempre più le aziende del settore wine si fanno promotrici o sponsor di eventi e festival culturali o artistici, di rassegne cinematografiche ed installazioni negli stabilimenti di produzione, ma anche dell’organizzazione di premi d’arte e letterari. Esperienze, progetti, iniziative innovative e creative ampiamente apprezzati sia da chi li ha intrapresi che dagli stessi fruitori.

Le regioni maggiormente interessate da questo fenomeno sono Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, ma le altre si stanno accodando rapidamente. Da un lato si tratta di aziende con certificazioni DOCG, DOC e IGT, dall’altra di realtà multifunzionali, che abbinano l’attività di produzione del vino con altre secondarie (quali, ad esempio, la ricettività e la ristorazione).

I risultati positivi sono abbastanza evidenti: le aziende dichiarano un incremento della visibilità aziendale e del prodotto venduto a dimostrazione che investire su arte e cultura contribuisce a promuovere vino e territorio di riferimento. Un modello di valorizzazione della filiera vitivinicola che parte dalla passione personale e premia in termini di posizionamento, reputazione, relazione a patto che il progetto sia continuativo nel tempo, strategico e di qualità, efficacemente comunicato.

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