Nerello Mascalese: Eric Asimov ne fa il simbolo di un nuovo modo di fare il vino

Il vitigno siciliano dell’Etna Rosso e tutti gli assi nella manica di questo vino “portabandiera”.

Se il Nerello Mascalese diventa il simbolo del cambiamento enologico degli ultimi 25 anni.

downloadSuccede quando Eric Asimov, penna del New York Times elegge il vitigno siciliano usato per l’Etna Rosso quale portabandiera di un nuovo modo di fare vino e di consumarlo, che favorisce i vitigni autoctoni e opera vinificazioni che lasciano emergere il territorio.

Fra le caratteristiche che il giornalista americano apprezza maggiormente nella denominazione siciliana – e che, secondo lui, condensano in modo peculiare gran parte delle caratteristiche dei vini italiani – rientrano la capacità di indurre al secondo calice, grazie ad un buon equilibrio fra morbidezza e durezze, e un livello importante di acidità che rinfresca la bocca.

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Vigne ai piedi del monte Etna ph. credit Benjamin Spencer, Etna Wine School

Dinamicità del sorso dunque, nasi fragranti che giocano sul frutto e la terra, accessibilità immediata nel senso di prontezza di beva. Ovvero legno limitatissimo, quando non proprio assente, e sorso che non teme la durezza, nel senso di tannino energico e mineralità spiccata. Due caratteristiche che venticinque anni fa il mercato americano avrebbe fatto decisamente molta fatica ad apprezzare. E se il periodo chips volge forse al termine, quello della morbidezza è ancora molto in voga, vuoi per la negatività insita nel termine “durezza” – e allora comunicatori del vino cerchiamo di spigare ai non addetti al settore in cosa essa consista e perché sia termine tutt’altro che negativo* – vuoi per un palato come quello moderno sempre più abituato alla dolcezza – ma questo è un cambiamento antropologico sul quale mi riservo di riflettere altrove.

Altro asso nella manica dell’Etna Rosso – ma questo è un mio pensiero – è forse anche quello di presentarsi senza troppi salamecchi e stemmi nobiliari tipici delle regioni storiche italiane, Toscana e Piemonte in primis, risultando estremamente simpatici anche per il consumatore giovane o millennial che dir si voglia.

Ben venga allora questo Etna Rosso che scardina i preconcetti, diventando simbolo della rinascita di regioni come Sicilia (vedi qui l’intervista a Benjamin Spencer di Etna Wine School) e Puglia, un tempo buone solo a quantità e oggi  finalmente latrici di vini che non hanno bisogno di presentazioni perché parlano da sé.

 

Per chi volesse leggersi l’articolo integrale di Eric Asimov sul NYT, lo trovate qui

* per non venire meno all’intento, durezza è l’insieme delle componenti tanniche e sali minerali del vino, acidità e, nel caso delle bollicine, anche anidride carbonica.

 

 

 

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