Vini naturali, la Francia verso la messa a norma

Uno dei grossi problemi dei vini naturali è la labilità del significato che tale termine sottende. Ad oggi, vino naturale è infatti un’etichetta che si adatta ad una galassia di metodi produttivi ed interpretazioni, senza vincoli legislativi specifici.

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Uno dei grossi problemi dei vini naturali è la labilità del significato che tale termine sottende. Ad oggi, vino naturale è infatti un’etichetta che si adatta ad una galassia di metodi produttivi ed interpretazioni, senza vincoli legislativi specifici.

L’esigenza di una normativa è però sempre più forte e dopo il disciplinare del vino VinNatur, firmato da qualche mese, ora anche la Francia pensa ad una normativa, come racconta Wine Spectator.

Il governo francese preme infatti perché venga stilato ufficialmente un regolamento, anche in tutela del consumatore. “Che cosa percepisce il consumatore con questo termine?” si chiede Eric Rosaz, manager della sezione enologica dell’INAO, l’autorità francese che controlla oltre 350 denominazioni di vino in Francia.

L’INAO ha avanzato questa mozione per la prima volta a Dicembre 2014, rivolgendosi non solo ai produttori di vino naturale ma a tutti i produttori biologici francesi, alcuni dei quali temono che il loro mercato sia stato ingiustamente invaso. A questo si aggiunge che se da un lato i produttori biologici devono sottoporsi a rigidi controlli che ne certificano gli standard sia per quello che attiene la viticoltura che per la produzione, dall’altro i produttori di vini naturali si dichiarano tali senza doversi sottoporre a controlli istituzionali di alcun tipo.

Gwénaëlle Le Guillou, direttrice del Syndicate des Vignerons Bio d’Aquitaine (SVBA) argomenta così la preoccupazione dei vignaioli biologici: “Abbiamo un mercato per il vino biologico che rimane piccolo in quanto a volume. Ora dovremmo aggiungere un segmento ulteriore con i vini naturali? Significa usare due strategie di comunicazione diverse. Ma il maggior compito è assicurare che i vini siano biologici, ma questa non è la situazione attuale. Puoi coltivare uve in maniera convenzionale e usare pochi o nessun additivo e tuttavia puoi comunque definire il tuo vino “naturale” perché non c’è alcun tipo di regolamentazione in merito. È confusionario per i consumatori.”

I membri dell’INAO si sono ritrovati con I leader dell’Associazione dei Vini Naturali (AVN) che rappresenta meno di 50 viticoltori. L’AVN ha firmato un accordo di buona condotta, accettando di lavorare in biologico o biodinamico, usando lieviti indigeni e non aggiustando acidità o livelli di zucchero nel mosto. Rinnegano altresì l’uso di additivi come enzimi e lieviti consentiti nel vino biologico. I grappoli sono raccolti a mano. Sono interdetti meccanismi di osmosi inversa, termovinificazione e filtrazione tangenziale.

Entrambe le parti si sono dette felici per l’esito dell’incontro ma le incognite rimangono ancora molte: come creare una categoria se i viniticoltori naturali non sono essi stessi d’accordo sulle pratiche da usare?

 

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