Soave: il vino DOC, il castello e le cantine

Poco distante da Verona, sorge il borgo di Soave. È il luogo di produzione del Soave DOC, un vino bianco che è stato a lungo il vino bianco italiano più apprezzato ed esportato all’estero.

Mancano poche ore all’inizio di Vinitaly 2024. Tante sono le iniziative in programma a Verona dentro e fuori le Fiere. Chi volesse, però, allontanarsi per qualche ora dai padiglioni della manifestazione per ritagliarsi un po’ di tranquillità potrebbe approfittarne per una visita a Soave, suggestivo borgo, patria del Soave DOC, un apprezzato vino bianco.

Soave, il vino DOC e il castello

Probabilmente sono pochi a saperlo, ma prima del boom del Prosecco e del Pinot Grigio, il Soave DOC è stato a lungo il vino bianco italiano più conosciuto ed esportato all’estero. I suoi punti di forza? La sua morbidezza, la sua versatilità e la facilità di abbinamento. La zona di produzione del Soave Classico si trova nella regione collinare che si sviluppa a est di Verona attorno a Soave, un meraviglioso borgo medievale circondato da mura merlate e sovrastato da un antico castello scaligero, ottimamente conservato e aperto al pubblico. Le colline e le vallate che circondano il castello sono ricoperte di vigneti a perdita d’occhio. Soave diventa quindi una destinazione ideale per una gita enogastronomica alla scoperta del vino, dei sapori e della storia del borgo.

L’uva Garganega

I vini del Soave sono prodotti principalmente dall’uva Garganega. Il disciplinare prevede che i vini a denominazione di origine controllata “Soave” debbano essere ottenuti dalle uve Garganega per almeno il 70%, e per il rimanente da uve dei vitigni Trebbiano di Soave (nostrano), o Chardonnay. In tale ambito del 30%, e fino ad un massimo del 5%, possono altresì concorrere le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione per la provincia di Verona. La Garganega è coltivata nelle colline del Soave da almeno un millennio. Si tratta di una delle varietà più antiche d’Italia. I vigneti si estendono dal Lago di Garda sino ai Colli Euganei, ma l’uva trova la sua vera finezza e la migliore espressione a Soave.

Il terroir

Il suolo composto da tufo e basalti di origine vulcanica e calcare diventa un terroir ideale per la realizzazione di un vino con buona acidità e concentrazione, delicatamente profumato e con sentori di mandorla. Il Soave ha una grande versatilità, ideale con piatti a base di pesce, di mare e di lago, con paste dal sugo leggero, risotti, carni bianche, asparagi, salumi e salumi locali, come la soppressa. Nei bar veronesi è uno dei più popolari vini da aperitivo.
Oltre al Soave, nella zona viene anche prodotto una varietà di vino dolce ottenuto da uve passite, il Recioto di Soave, ideale con dolci secchi ma anche ideale abbinamento di formaggi stagionati ed erborinati.
Numerose sono le cantine, sia all’interno del borgo medioevale, sia sulle colline circostanti, dove è possibile effettuare visite e degustazioni.

La storia di Soave e del Soave

Molti ancora sono convinti che sia il vino, con le sue qualità, ad aver dato il nome al borgo. In realtà è vero il contrario. Sulla collina dove oggi sorge il castello scaligero, in epoca romana vi era una fortezza o torre di avvistamento, in una strategica posizione sopraelevata sul corso della via Postumia, l’importante via di comunicazione tra il nord-est e il nord-ovest della penisola lungo la quale si svilupparono molte della città del Veneto, non ultima Verona.
Con la fine dell’Impero Romano e i successivi regni barbarici, la collina e il borgo circostante divennero un avamposto di una tribù germanica tra le molte che componevano le eterogenee popolazioni barbariche. Gli SveviSuevi nella dizione latina, da cui sarebbe derivato l’attuale nome del borgo che trasferì poi il nome al suo prodotto più famoso: il vino Soave.

Il castello di Soave

L’attuale castello risale. invece, all’epoca Scaligera. Si tratta del periodo compreso tra la metà del ‘200 e la fine del ‘300 in cui su Verona e dintorni governava la famiglia della Scala. Per controllare i propri possedimenti, gli Scaligeri costruirono numerosi castelli e fortezze affidati a capitani di fiducia che ne comandavano le guarnigioni. Fu Cansignorio della Scala, ultimo dei grandi signori della Scala, a restaurare il maniero estendendo la cinta muraria a tutto il borgo. Dopo un lungo periodo di abbandono, il castello di Soave fu restaurato alla fine del 1800 ed è tuttora aperto al pubblico e visitabile.
Il castello è un tipico esempio di fortezza medievale, con alte mura merlatetorri, cortili interni e un alto mastio centrale.
Nell’unico edificio sopravvissuto tra quelli interni, è stato allestito una sorta di piccolo museo con la ricostruzione di arredi e affreschi d’epoca, armature e dipinti. Per i più coraggiosi, è inoltre possibile accedere in tutta sicurezza ai camminamenti di ronda fino alla cima del mastio. Il panorama sulle colline circostanti e la vallata che si goda vale la fatica della salita.

Le degustazioni in cantina

A Soave numerose sono le cantine, sia negli stretti vicoli del paese che sulle colline circostanti. La degustazione di vino e piatti tipici può essere coniugata con un tour al castello e al borgo medievale. La realtà produttiva del Soave è quantomai variegata. Possono essere visitati sia grandi complessi produttivi dove si realizzano milioni di bottiglie all’anno sia piccole realtà famigliari dove ancora il vino si produce con la minuziosa e attenta passione di una volta.

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