Consorzio Valpolicella, dopo riconoscimento “Amarone” in Cina si va verso nuovo presidente

Il Consorzio tutela vini Valpolicella aggiunge un altro tassello nella tutela del marchio Amarone e presenta un bilancio positivo, 2.2 milioni di euro. Sartori lascia la presidenza, presto il nuovo nome alla guida del Consorzio

Da oggi, il marchio ‘Amarone’ verrà riconosciuto anche in Cina. È questa l’ultima conquista del Consiglio di amministrazione tutela vini Valpolicella guidato dal presidente in uscita, Andrea Sartori. Una lunga battaglia legale, che ha permesso di aggiungere un ulteriore tassello per la salvaguardia del noto vino del veronese.

Durante l’ultimo consiglio di amministrazione, sottolineati anche i buoni risultati sul fronte delle attività di promozione e internazionalizzazione. Fondamentali, in questo senso, un aumento della partecipazione degli associati (+10%), insieme alle azioni in difesa dei marchi della Doc su scala mondiale, oggi presenti in 44 Paesi.

“Contestualmente – ha rilevato il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello – si sono operate importanti economie di scala attraverso l’internalizzazione delle attività organizzative, dall’incoming di buyer e giornalisti fino ai servizi logistici delle tappe estere.”

Un risparmio – ha proseguito – di circa 190mila euro reimpiegato in promozione, formazione, comunicazione e tutela a consolidamento del brand collettivo. Ed è stato proprio l’aumento delle azioni di tutela a generare l’unica voce di spesa in crescita di oltre il 30% sulla media del triennio”.

Positivo anche il bilancio, che chiude a quasi 2,2 milioni di euro, con un importante incremento di finanziamenti pubblici e sponsorizzazioni private per progetti targati Consorzio. In primis, Anteprima Amarone.

“Chiudiamo un triennio in linea con gli obiettivi generali – ha detto il presidente uscente del Consorzio, Andrea Sartori -, primo fra tutti assicurando il mantenimento in equilibrio di tutta la filiera nel medio e, si spera, nel lungo termine. Si spiegano così sia le modifiche dei disciplinari quanto i provvedimenti sulle rese e sugli impianti. Massimo impegno anche nelle azioni legate al mercato e alla tutela nei nostri brand, a partire da quello dell’Amarone, il cui nome appartiene alla denominazione e non a compagini private, come stabilito dal Tribunale di appello di Venezia.”

“Lasciamo un comparto in salute – ha concluso Sartori – ma anche un’eredità pesante, vista congiuntura degli ultimi mesi. Servirà la responsabilità di tutti e l’impegno di non scendere a compromessi su qualità e prezzi”.

Il nuovo presidente verrà eletto durante il prossimo Consiglio d’amministrazione.

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