Parla Francesco Cantini che, con i fratelli Vittoria e Cecilia, guida oggi l’azienda.
Buongiorno Francesco, prima di parlare del vino biodinamico e della filosofia con cui vi occupate della vostra vigna, vorremmo sapere se l’ondata di gelo tardivo ha colpito anche voi e come lo avete fronteggiato.
Anche la nostra azienda è stata una vittima del maltempo: mezzo ettaro è stato bruciato per il freddo, le temperature hanno sfiorato i -3°C. In questo senso le alghe brune ci sono state d’aiuto poiché, oltre ad essere biostimolanti e promotrici della crescita, attraverso la loro applicazione è stato possibile avere un effetto protettivo nei confronti delle gelate. L’ondata si è protratta per due notti, rendendo molto difficile trovare un rimedio realmente efficace, soprattutto durate l’inversione termica, ovvero quando l’aria fredda scende verso il suolo e quella calda sale a quote superiori. Questo accade poiché il sole non riesce a riscaldare il terreno, sia per l’inclinazione dei suoi raggi, sia per le poche ore di soleggiamento.
La vostra azienda va avanti da generazioni, come è nata?
L’azienda di Piombaia è nata negli anni ’50 per opera di mio nonno Vittorio, un fattore in una tenuta nel Chianti, che conosceva alla perfezione queste terre e che ha sposato mia nonna Lida, i cui genitori gestivano privatamente una parte delle proprietà montalcinesi della famiglia Pecci. La loro unione ha permesso l’acquisto di altri terreni, tra cui quello di Piombaia, oggi fulcro dell’azienda. In seguito alla morte di mio nonno siamo ripartiti negli anni ’90.
Quando hai iniziato ad interessarti al vino biodinamico?
Ho iniziato ad interessarmi al vino nel ‘98, il concetto di biodinamico è subentrato nel 2009.
Cosa si intende con il termine “biodinamico”?
Biodinamico è tutto ciò che è più vicino possibile alla sostenibilità ed equilibrio dell’ambiente che viene gestito. La pratica biodinamica sposta l’attenzione sulla cura del terreno, ricreando vitalità, equilibrio e biodiversità che normalmente troviamo nei boschi. Ci insegnano che la pianta della vite muore dopo 20 anni, ma con la viticoltura responsabile e sostenibile ho imparato che può arrivare anche a 500 anni, come molte piante presenti in alcune regioni italiane, l’asprinio, per esempio, ad Aversa in Campania. È grazie alla sensibilità e all’attenzione agli equilibri della natura che abbiamo ottenuto meravigliosi risultati.
Non è solo il vino ad essere biodinamico: biodinamico è anche l’orto, i cui prodotti vengono serviti nel vostro ristorante. Cosa propone lo chef?
Oltre ai prodotti dell’azienda, nel ristorante si possono gustare i piatti tipici locali come il risotto al Brunello, scottiglia di cinghiale o i “pinci” cacio e pepe e tante specialità. Come vuole la filosofia della nostra azienda, vige una cura particolare nella preparazione delle pietanze secondo una tradizione non contaminata da tecniche industriali e da sostanze chimiche.Dal mese di Maggio, poi, sia l’attività dell’orto, sia quella del ristorante ripartono a pieno regime.
Come risponde il mercato di fronte a questa nuova tipologia di vino?
Il mercato risponde bene. Il vino è profumato, pulito e sano. Credo che il vino sia uno dei piaceri della vita, un optional, dunque deve essere di buona qualità. Il successo del nostro vino è dovuto anche grazie alla moda, che negli ultimi anni parla sempre più di biologico, creando poi una sovrapposizione che genera confusione tra biologico, appunto, e biodinamico. Ma la moda salverà il mondo, perché da un lato è pura divulgazione. Dunque, ben venga la moda del biologico, se questo aiuta ad intraprendere un cammino di sensibilizzazione nei confronti della natura.
Sustainability and sensibility for nature : let’s discover biodynamic wines produced by Piombaia from Montalcino.
Answers by Francesco Chiantini who, together with its bothers Vittorio and Cecilia, leads the winery nowadays.