Cocktail a base di grappa, tra eresia e sperimentazione

La coffee mixology risponde alle esigenze dei consumatori, interessati a provare cocktail a base di grappa

La grappa italiana è senza dubbio uno dei distillati più apprezzati, specialmente all’esterno. Come si evince dal comunicato stampa rilasciato il 13 novembre 2023 da Assodistil, tra il 2019 e il 2022 l’export è aumentato del +32%, raggiungendo ben 60 milioni di euro. Tali dati non stupiscono se pensiamo alla passione e alle regole ferree che i produttori devono seguire affinché la propria grappa possa fregiarsi della denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica). Le 9 IGT con le loro peculiarità territoriali e climatiche danno vita ad una consistente varietà di grappe italiane dalle qualità organolettiche uniche e ben distinte.

Che si tratti di grappe giovani, invecchiate o aromatizzate poco importa, nella concezione comune il miglior modo per gustarle e apprezzarle è uno: dopo i pasti, a piccoli sorsi. Ma è davvero così?

Dal comunicato di Assodistil emerge un altro valore molto interessante: il 30% della popolazione italiana tra i 18 e i 65 anni consuma grappa, e di questi il 35% sarebbe interessato a sperimentare cocktail a base di Grappa.

Grappa, un ingrediente insidioso

Per i puristi può sembrare un’eresia ed effettivamente bisogna ammettere che tra i vari distillati la grappa presenta diverse insidie che non la rendono l’ingrediente privilegiato per la creazione di cocktail equilibrati:

  • Esistono differenti modi di ottenere la grappa, per cui a differenza di whisky o vodka, avere un unico prodotto unico con cui lavorare è impossibile. Di conseguenza, non si può creare un cocktail omogeneo in tutti i bar italiani;
  • Il bartender sarà in difficoltà nella fase di miscelazione, poiché disorientata dalla quantità di grappe esistenti di cui è necessario conoscere le specifiche qualità organolettiche;
  • Il sapore sicuramente invasivo della grappa, che tende ad emergere come protagonista rendendo difficile la creazione di cocktail equilibrati, ragion per cui il bartender dovrà aggiungere la grappa una goccia alla volta e affidarsi al proprio gusto.

Grappa e caffè, un’insolita combinazione

Le varie difficoltà incontrate, non hanno però frenato la voglia di sperimentare e l’arte della mixology si sta ingegnando per capire come sfruttare al meglio le caratteristiche della grappa. Attualmente esistono pochi cocktail a base di grappa, ma una particolare declinazione della mixology, la coffee mixology– che consiste nel ricercare e perfezionare le tecniche di esaltazione del caffè- offre soluzioni innovative e per nulla scontate. Eccone due:

BAVARIAN COFFEE COCKTAIL
Cocktail da servire caldo per riscaldare le fredde giornate invernali. Poco alcolico ma dal gusto deciso, è piuttosto semplice da realizzare e non conta troppi ingredienti, facili da reperire: caffè espresso, grappa alla menta piperita, sciroppo al cioccolato, zucchero e come guarnizione, scaglie di cioccolato e panna montata.

AGED GRAPPA ESPRESSO MARTINI
Declinazione del classico Espresso Martini che al posto della vodka prevede l’aggiunta di grappa invecchiata, che resiste al sapore del caffè donando maggiore aromaticità al cocktail. Anche in questo caso gli ingredienti sono pochi: grappa invecchiata, sciroppo di zucchero moscovado, soluzione salina e, chiaramente, un caffè espresso.

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