Troppo mercurio nel pesce: negli ultimi 50 anni non è cambiato niente

L’inquinamento da mercurio è un argomento datato, di cui si parla ormai da molto tempo. Già nel 2009 l’Unep, cioè il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha introdotto la Decisione 25/5 proprio per cercare e sviluppare soluzioni efficaci per contrastare questo fenomeno e, da quel momento in poi, tutti i Paesi membri hanno provato a diminuire l’impiego di mercurio sostituendolo con altri materiali meno dannosi per l’ambiente.

Purtroppo, però, nonostante l’impegno, molte problematiche non sono state risolte, compreso il disagio che il mercurio ha provocato in mare e, di conseguenza, nei suoi abitanti. Tra questi rientrano ovviamente i pesci, gli stessi che poi vengono pescati e serviti sulle nostre tavole.

Ed è proprio di questo che parla uno studio pubblicato recentemente su Environmental Science & Technology Letters dell’American Chemical Society, in particolare dei livelli (alti, forse troppo) di mercurio ancora oggi presenti nel tonno e rimasti praticamente invariati dal lontano 1971.

Quali sono gli obiettivi della ricerca?

Partiamo dal principio: il metilmercurio è una sostanza chimica altamente tossica. La sua pericolosità principale risiede nel fatto che va a colpire il sistema nervoso e, trovandosi principalmente nel tonno, va a finire anche nell’organismo umano.

Di conseguenza, i ricercatori hanno deciso di capire se riducendo le emissioni atmosferiche si potessero ridurre le concentrazioni di mercurio negli oceani, soprattutto quelle di metilmercurio presente nelle fonti alimentai (come il tonno). Il periodo analizzato copre gli ultimi 50 anni, con l’obiettivo di simulare i risultati di diverse politiche ambientali sui livelli di questa sostanza sia negli oceani, sia nel tonno.

I ricercatori hanno esaminato, in particolare, il tonno tropicale, cioè occhio grosso, tonnetto striato e pinna gialla perché, insieme, queste tre specie rappresentano il 94% delle catture mondiali di tonno.

Quali sono i risultati della ricerca?

Dopo aver analizzato quanto necessario, i ricercato hanno constatato che le concentrazioni di mercurio nel tonno di tutto il mondo sono rimaste invariate dal 1971 al 2022. Secondo le prime ipotesi, questa staticità potrebbe derivare dalla miscelazione verso l’alto del mercurio “legacy” , dalle acque più profonde a quelle meno profonde dove, appunto, i tonni tropicali nuotano, vivono e si nutrono. Il mercurio presente potrebbe essere stato emesso anni, se non decenni, prima e quindi non riflettere gli effetti di una diminuzione delle emissioni atmosferiche.

Tonno in scatola

I ricercatori sono consapevoli, ovviamente, del fatto che le loro previsioni non possono essere attendibili al 100%, dato che le variabili che potrebbero insorgere nei prossimi anni sono infinite, ma una cosa è certa: è necessario che tutti i Paesi del mondo si impegnino con più determinazione nella riduzione del mercurio, oltre che in un monitoraggio costante della sua presenza nelle acque oceaniche.

Gli effetti del mercurio sulla salute umana

Ma quali sono le conseguenze dell’assunzione di mercurio su un essere umano? Tralasciando le conseguenze causate da un’eventuale inalazione, dato che non è questo il caso, e facendo attenzione sui danni provocati dall’ingestione della sostanza, la prima conseguenza che emerge è la cosiddetta sindrome di Minamata: quest’ultima si manifesta con atassia, parestesie a mani e piedi, debolezza generale dei muscoli, indebolimento del campo visivo, difficoltà nell’articolare le parole e danni all’udito.

Particolarmente sensibili all’intossicazione da mercurio sono i bambini, che possono manifestare lesioni del sistema nervoso centrale in fase di sviluppo, così come danni polmonari e nefrosici. Ecco perché è preferibile evitare il consumo di tonno (e pesce crudo in generale) durante i primi anni di vita.

Date le gravi conseguenze che il mercurio può comportare alla salute umana, è fondamentale che si intervenga tempestivamente e, soprattutto, con soluzioni a lungo termine che salvaguardino sia la salute ambientale, sia la sicurezza di adulti e bambini.

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