Un 2017 difficile per l’export Italiano negli USA

L’export italiano di vini fermi negli USA si é attestato a crescita zero nel 2017, mentre si incrementano le importazioni di vini da altri paesi.

Notizie tutt’altro che positive per il vino italiano negli Stati Uniti, paese che rappresenta il primo mercato estero ormai da diversi anni. Infatti, secondo l’Italian Wine & Food Institute (Iwfi), ente no-profit che dal 1983 si occupa di migliorare l’immagine ed il prestigio dei vini italiani negli Stati Uniti, l’export di vini fermi negli USA a fronte di un mercato in forte espansione si attesta a una crescita vicina allo zero.

Dati alla mano, secondo Iwfi le importazioni di vini negli States hanno avuto un incremento del 7,8% in volume, attestandosi a 7,8 milioni di ettolitri, e del 6,2% in valore per 3,5 miliardi di dollari. Dai dati emerge, ceteris paribus, che l’Italia è rimasta sugli stessi valori del 2016 a 2,1 milioni di ettolitri per 1,1 milioni di dollari.

Se l’Italia si crogiola sugli allori, i principali avversari crescono a cifre doppie con in primis la Francia, che si attesta a un più +17,6% in volume per 1,04 milioni di ettolitri, e +17,7 in valore per 912 milioni di dollari. Bene anche per il “nuovo mondo”. L’ Australia aumenta i propri volumi di export del +26%, con un +1% in valore, mentre la Nuova Zelanda aumenta in volume del 10,8% e +9,3% in valore. Ottimi risultati ci sono anche per altri paesi del “Vecchio Continente”, che con in testa la Spagna +17,7% e +2,9%, seguita dal Portogallo +9,2 e +9%  e dalla Germania +7,4% e +5,2%, aumentano complessivamente la loro presenza sul mercato americano.

Situazione ambivalente invece e per il sudamerica, che se da una parte crescono in valore, dall’altra perdono in volume. Come nel caso dell’Argentina -8,6% in quantità e +3,6% in valore  e del Cile -10,1% in quantità e +1,1% in valore.
Lucio Caputo, direttore dell’Italian Wine & Food Institute, ha così commentato la situazione dell’export italiano: “Perdere la vincente posizione di leadership sul mercato americano, faticosamente conquistata e mantenuta per molti anni, avrà un effetto estremamente negativo (…) e confermerà la calante presenza vinicola italiana che non sarà più di grande immagine, prestigio e successo, come è stato fin ora, con gravi conseguenze sul piano commerciale.

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