Stati Uniti, continua a crescere il mercato degli spirits no-alcohol

Secondo l’istituto di ricerca Global Data, il settore degli spirits no-alcohol nel 2027 raggiungerà negli Stati Uniti un valore di 13,3 milioni.

Continua a crescere negli Stati Uniti il mercato dei “superalcolici analcolici”. Secondo l’istituto di ricerca Global Data, il settore degli spirits no-alcohol nel 2027 raggiungerà un valore di 13,3 milioni.

La ricerca di Global Data

Secondo Global Data, il mercato statunitense degli spirits no-alcohol crescerà nei prossimi anni fino a raggiungere nel 2027 un valore stimato in 13,3 milioni di dollari e un volume di 40.000 casse da nove litri. Queste previsioni (che le leggiamo da Just Drinks, rivista partner di Global Data) sono contenute nel report United States (US) Spirits Market Assessment by Categories, Distribution, Packaging, Consumergraphics and Forecasts to 2027, pubblicato a dicembre 2023

Nel 2022 il mercato statunitense dei “superalcolici analcolici” ha raggiunto il valore di 8,93 milioni di dollari, per un volume di vendita di circa 32.222 casse da nove litri. In Usa il più importante canale di vendita di questi prodotti è quello della vendita al dettaglio, con circa il doppio del volume delle vendite rispetto all’on-premise. Un divario questo che Global Data prevede si ridurrà nei prossimi anni, perché le vendite nel settore della ristorazione cresceranno più velocemente, recuperando presto i livelli pre-covid.

I distillati no alcol

Da qualche tempo è sempre piĂą frequente trovare nei bar bottiglie di distillati a gradazione zero: senza alcol, ma in grado di competere, in quanto a complessitĂ  e soddisfazione finale, con gli spirits tradizionali.

Questo nuovo trend senza alcol arriva dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Lo si può legare alla ricorrenza del Dry January, “asciutto” proprio perchĂ© ci si astiene dall’alcol per un mese. Un esperimento che per molte persone continua anche dopo il primo mese dell’anno come occasione per ripristinare, valutare le prioritĂ  e riconnettersi alla propria salute grazie ad un approccio mindful e consapevole.

Una bevanda no alcol è una versione a gradazione zero di una bevanda alcolica o un’alternativa simile, creata intenzionalmente per essere consumata al posto dell’alcol. E sono quindi perfetti per creare mocktail (da mock, finto), virgin drink che imitano quelli standard ma sono analcolici, altra moda degli ultimi anni. Il trend della riduzione dell’alcol è riportato in molti gli studi sul settore (così anche come il settore delle birre si è adattato) e le aziende stanno trovando nuove soluzioni per soddisfare le richieste dei consumatori.

Come si ottengono

I distillati zero alcol sono prodotti che hanno il gusto e l’aroma dei distillati tradizionali, ma senza contenere alcol. Questi prodotti sono spesso creati per soddisfare la domanda di consumatori che desiderano gustare i sapori dei distillati senza gli effetti dell’alcol.
I distillati zero alcol sono ottenuti attraverso processi di distillazione e filtrazione che rimuovono l’alcol dal prodotto finito. I produttori possono utilizzare una varietĂ  di ingredienti, tra cui erbe, spezie e frutta, per creare una vasta gamma di sapori e aromi.

La crescita delle bevande no alcol

Le vendite di vino, birra e distillati no alcol stanno crescendo sempre di piĂą e rappresentano un nuovo segmento di mercato anche per i produttori.

Stando alle più recenti statistiche internazionali, snocciolate alla World Bulk Wine Exhibition di Amsterdam, il giro d’affari toccherĂ  quota 23 miliardi di dollari, in scia con l’accelerazione del settore verificatasi nel 2021 (+33% in volume). Ma è l’estate 2024, come si dice ormai neppure troppo sottovoce nel settore, che potrebbe benedire ufficialmente l’avvento delle bevande low e no-alcohol nel quotidiano (prima “balneare”, poi domestico) degli italiani. Birre e spirits low e non-alcoholic cresceranno comunque meno del vino dealcolato.

Stando alle più recenti statistiche internazionali, snocciolate alla World Bulk Wine Exhibition di Amsterdam, il giro d’affari toccherĂ  quota 23 miliardi di dollari, in scia con l’accelerazione del settore verificatasi nel 2021 (+33% in volume). Ma è l’estate 2024, come si dice ormai neppure troppo sottovoce nel settore, che potrebbe benedire ufficialmente l’avvento delle bevande low e no-alcohol nel quotidiano (prima “balneare”, poi domestico) degli italiani. Birre e spirits low e non-alcoholic cresceranno comunque meno del vino dealcolato.

Cala il consumo di alcolici nel mondo

Il 50% della popolazione mondiale adulta non consuma (né acquista) bevande alcoliche. I motivi sono diversi e svariati, da quelli religiosi a quelli legati alla salute: esiste un vasto target di pubblico da conquistare e.

Nei principali Paesi i cui abitanti consumano bevande alcoliche si sta affermando una crescente tendenza al low-alcol. A confermarlo è l’Osservatorio di Unione Italiana Vini che, basandosi sui dati rilevati dalla World Bank, ha osservato che il consumo di alcol pro-capite stia andando al ribasso:

  • – 3,2% in Italia;
  • – 1,8% in Gran Bretagna;
  • – 1,4% in Francia e Paesi Bassi;
  • – 1% in Germania.

Di fronte a questi dati, una domanda sorge spontanea: il vino privo di alcol ha le caratteristiche giuste per attirare (o riprendersi) un consumatore astemio o non particolarmente avvezzo alle bevande alcoliche? Secondo le previsioni dell’Istituto Iwsr Drinks Market Analysis la risposta è sì, anzi, il settore dei vini no-low alcol presenteranno una crescita media annua dell’8% in volume.

In particolare, a sbancare sarĂ  il vino fermo no-low alcol, che potrebbe incrementare di oltre il 20% e raddoppiare i volumi entro il 2025. Il target di riferimento sarĂ  composto prevalentemente da giovani adulti, con un’etĂ  compresa tra i 20 e i 30 anni, cioè quella “fetta” generazionale che il mondo vinicolo fa davvero fatica a coinvolgere.

L’Unione Europea ha dato il via libera alla produzione di vini dealcolati. In Italia, invece, è ancora acceso il dibattito: da un lato i produttori spingono per poter produrre vini dealcolati e affacciarsi in questo mercato dai grossi margini di crescita, dall’altro il Governo frena.

Related Posts

Ultimi Articoli