Puglia: ora il vitigno autoctono Nero di Troia ha il suo ambasciatore

Si continua a parlare di vitigni autoctoni, che dal nord a sud della penisola tracciano i profili ampelografici delle regioni, regalando ai vini caratteristiche uniche, in assonanza col territorio in cui sono nati.

E’ il caso per esempio del Nero di Troia, che adesso ha anche il suo ambasciatore: Carlo Pagano.

Pagano, molisano di origine e Sommelier AIS, a fine giugno ha conquistato il titolo dopo una giornata intera di selezioni e prove, teoriche e pratiche. Sbaragliando la concorrenza di altri 17 sommelier (tra i migliori d’Italia), ha dimostrato di conoscere il vitigno autoctono pugliese in profondità, rispondendo egregiamente a domande sulla sua storia, sullo sviluppo e sulle sue caratteristiche. Pagano ha anche dimostrato di conoscere alla perfezione le aziende pugliesi che coltivano il vitigno e i personaggi che gli hanno dato lustro. Per accaparrarsi il titolo, ha superato inoltre la prova tecnica di servizio dei vini.

La premiazione di Carlo Pagano

L’obiettivo che il Concorso si pone è sicuramente quello di portare il Nero di Troia all’attenzione di pubblico e critica, attraverso un “testimonial” d’eccezione, Pagano appunto, che sappia da oggi raccontarlo e valorizzarlo. A beneficio della Puglia e dei suoi produttori.

A proposito del Nero di Troia, l’appena eletto ambasciatore ha offerto subito un paragone, attingendo da un altro gioiello enologico della sua terra d’origine, il Molise: “La mia terra è piccola – ha detto -, come lo sono i gioielli più preziosi. Ancora c’è poca conoscenza al di fuori dei confini regionali sulla nostra Tintilia, nonostante i produttori stiano svolgendo un gran bel lavoro. Serve un Consorzio di tutela saldo e serio che imposti delle linee guida su stili di produzione e sia da ariete per sfondare nei mercati oltre regione. Si deve fare più rete tra i produttori”.

Discorso condivisibile anche in Puglia, che pure ha mosso passi da gigante, enologicamente parlando, negli ultimi 10-15 anni.

Il Nero di Troia, lo ricordiamo, compone per la quasi totalità la Docg “Castel Del Monte Nero di Troia Riserva“, dove è presente per il 90%; lo troviamo però anche – per un minimo del 65% – nella Docg “Castel del Monte Rosso Riserva“.

Due delle quattro Docg pugliesi sono realizzate grazie a questo vitigno autoctono, aristocratico e con bella predisposizione all’invecchiamento.

L’uva del Nero di Troia

Related Posts

Ultimi Articoli