Secondo lo studio di Wine Intelligence nell’era post-Covid la cosiddetta “Generazione Z” consumerà meno vino
Il Covid-19, oltre ai danni economici, influenzerà anche le abitudini dei consumatori e le preferenze di mercato. Ad essere colpita maggiormente sarà la cosiddetta Generazione Z, i giovanissimi che con un futuro incerto dovranno probabilmente rinunciare all’acquisto di beni non necessari come il vino.
Secondo uno studio di Wine Intelligence, agenzia di ricerca e approfondimenti incentrata sulle opinioni dei consumatori di vino, preoccupazioni, dubbi e cambiamento di possibilità economiche e lavorative, hanno modificato la “storia” delle persone, concetto sviluppato da George Akerlof e Robert Shiller, due economisti di fama mondiale che, analizzando il comportamento dei consumatori dopo la crisi finanziaria del 2008, ne hanno individuato l’importanza.
In questo periodo particolare in cui si è affermata una certa incertezza sociale, economica, finanziaria e politica, la “storia” personale influisce anche sui consumi, con i mercati in continuo movimento e, in particolare, su alcuni consumatori che si allontanano dall’acquisto di vino.
Dai dati raccolti da Wine Intelligence, per la serie di Covid-19 Impact Report, si evince un abbassamento del tenore di vita come risultato della pandemia e del lockdown. Anche in mercati diversi tra loro, i consumatori hanno caratteristiche demografiche simili: in Germania, in Svezia e in Olanda, sono consumatori di vino ventenni, la Generazione Z, con entrate economiche molto basse, con impiego temporaneo e/o che rischiano il posto di lavoro a causa delle conseguenze della pandemia.
La Generazione Z fatta di coloro che hanno conseguito una laurea, che cercano il lavoro dei sogni con un buono stipendio sta scomparendo: questo si riflette sulle scelte di consumo, abbandonando il rischio e la fiducia. Le preoccupazioni si riversano sulla ricerca di un lavoro stabile e non c’è tempo (e denaro) per acquistare e assaporate una bottiglia di vino speciale.