Wine influencer: davvero sposta le scelte dei consumatori?

Tutti possono pensare di essere wine influencer, pochissimi sanno davvero come si spostano le scelte e si dà vita ad un trend per i consumatori

Una nuova figura professionale, nata con l’aumento dell’importanza delle piattaforme social, che sa veicolare ed influenzare i consumi dell’utente: è l’influencer e, nel nostro caso, un wine influencer.

 

Marco Andreani

Fashion, food e wine sono i tre settori su cui maggiormente il pressing del testimonial si fa sentire e si rende importante. Ma chi sono davvero gli influencer e come può un’azienda districarsi nella giungla della scelta?

Lo abbiamo chiesto a Marco Andreani, che da 13 anni si occupa di digital marketing e di social network.

Come si riconosce un professionista affidabile, al di là delle più o meno attendibili classifiche che si trovano online?

“Non stiamo parlando di sport. Le classifiche in questo ambito sono praticamente tutte da ignorare, soprattutto perché fanno più danni che altro, dato che, fisiologicamente, mancano di profondità. Ragionare in termini numerici serve a poco, soprattutto in un momento storico in cui, fortunatamente e finalmente, è possibile, grazie ad appositi strumenti digitali, verificare se i follower di un presunto influencer sono reali e naturali o frutto di trucchetti quali ad esempio bot, tecniche di follow unfollow oppure, nei casi più estremi, acquisto di pacchetto di profili fasulli.
Un buon wine influencer si riconosce dalla bontà, dalla pertinenza, dalla rilevanza e dalla partecipazione della propria community, sia essa in Instagram, in Facebook, su un sito web o da qualche altra parte, online così come offline”.

A cosa serve davvero un influencer e quanto può aiutare una cantina ad emergere?

“Se ci atteniamo alla mera accezione di influenza di un profilo personale o aziendale, allora un wine influencer può aiutare una cantina a raggiungere un pubblico che altrimenti farebbe fatica a intercettare e coinvolgere, parlando la sua lingua e avendone già conquistata la fiducia.
Se quel pubblico è interessante, e che tipo di contenuti proporre, lo deve decidere la singola azienda vinicola. Perché se è vero che il dialogo con il singolo wine influencer è fondamentale, è altrettanto vero che il brand e gli obiettivi di marketing e di comunicazione devono restare saldamente nelle mani dell’azienda vinicola.
E una cosa che non sempre è chiara alle cantine è che un wine influencer non è per forza un esperto di marketing e comunicazione, e laddove non lo sia è fondamentale che questi ambiti strategici abbiano una figura di riferimento”.

Influencer, ma anche micro e nano influencer. Davvero queste figure sono tutte fondamentali per veicolare la comunicazione di una cantina?

“Una cantina, se interessata a questo ramo del digital marketing, deve saper scegliere i propri influencer (non farsi scegliere) in base a una serie di fattori che costituiscono le basi della comunicazione e del marketing non solo vinicolo. Sto parlando di strategie, obiettivi, canali, pubblico, messaggi.
La comunicazione di una cantina ricade su innumerevoli e complessi ambiti e comprende diversi e sfaccettati aspetti. L’influencer marketing è una parte di un tutto ben più articolato, e deve potersi integrare con tutte le altre azioni e attività in maniera uniforme e condivisa.
L’errore più grande che ho visto fare da parte di alcune aziende è quello di non ragionare in termini strategici, e di farsi abbagliare dal numero di follower, mentre per comunicare un’azienda servono soprattutto professionisti della comunicazione e del marketing che siano in grado di progettare strategie, all’interno delle quali potranno inserirsi anche, ma non necessariamente, attività di influencer marketing.
Una domanda da porsi può essere la seguente. Ha più senso affidarsi a un wine influencer che fa numeri enormi ma veicola indistintamente il mio vino o a un micro nano wine influencer in grado di impattare su un pubblico preciso, che comunica ciò quello che voglio e che posso offrire?”.

Wine influencer ed enoturismo: come si coniugano?

“Il tema dell’enoturismo è un ambito che va idealmente a braccetto con la figura di un bravo wine influencer.
Così come il più intraprendente e preparato degli amici in una compagnia sa come coinvolgere tutti gli altri in una escursione alla scoperta di un territorio e dei suoi vini, allo stesso modo un wine influencer in target e ben seguito può far scoprire nuove aree vitivinicole al suo seguito e invitare chi è interessato a visitare le aziende, raccontando perché valgono il viaggio.
Un enoturismo come quello di oggi, sempre più emozionale ed esperienziale, passa anche dal contributo di queste figure, grazie anche al fatto che chi lavora bene è realmente più vicino agli enoappassionati o agli enoturisti di quanto non siano le singole aziende del vino”.

Chi è Marco Andreani

Classe ‘79, Marco Andreani si è laureato in Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore; qualche anno dopo ha concluso un Master in Turismo e Valorizzazione dei Beni Culturali.
Dal 2006 si occupa di comunicazione e marketing digitale per le aziende.
Assaggiatore Onav dal 2007 ed Esperto Assaggiatore dal 2011, nel 2016 fonda il blog winedigitalmarketing.it, all’interno del quale condivide consigli, idee e informazioni per aiutare le aziende del vino e i professionisti del settore a comunicare al meglio in rete.

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