I vini a Predappio portano la firma di Chiara Condello

La giovane produttrice presenta “Le lucciole”, un cru che racchiude l’unicità di Predappio

Chiara Condello, figlia e nipote di produttori di vino, oggi è alla guida di un’azienda che porta il suo nome.

L’idea di dedicarsi al mondo del vino nasce dal desiderio di Chiara di dare nuova vita a una terra antica e contesa nelle colline di Predappio, dove 3 milioni di anni fa c’era la barriera corallina. Per farlo ha seguito i dettami di una viticoltura biologica e di una gestione artigianale della cantina. Ciò ha reso il Sangiovese di Chiara elegante, armonico e profondamente intriso di amore per il territorio; nasce, infatti, dall’unione di mare e montagna e viene vinificato in modo più tradizionale possibile.

Benché abbia iniziato da poco a produrre vino, ha riscontrato un forte cambiamento da parte dei consumatori, che preferiscono premiare realtà piccole e attente alla qualità.

Com’è cambiato il mondo del vino dal momento in cui hai iniziato a lavorare nel settore fino ad oggi?

Non lavoro da tantissimo tempo nel mondo del vino, ma in base alla mia esperienza è cambiato molto. Sicuramente è cresciuta l’attenzione ai territori, alle identità territoriali, ai vini monovarietali, che sono lente di ingrandimento per il territorio.

E’ cambiato anche l’approccio alle tecniche di produzione. Fare vino buono e in modo consapevole: ciò ha portato alla crescita di produzioni biologiche e biodinamiche.

Quali sono state le sfide più significative che hai affrontato come produttore di vino nel corso degli ultimi venti anni?

In modo generalizzato, la sfida maggiore che abbiamo come produttori, è la stessa sfida che doveva affrontare mio nonno: il cambiamento climatico.

In Emilia Romagna ho vissuto uno degli eventi più estremi proprio quest’anno: io nelle mie vigne ho avuto danni limitati. Troppo basse per le frane, troppo alte per l’inondazione.

Ma i danni in giro sono stati tantissimi e parlano chiaro: il cambiamento climatico è in atto e da agricoltori ce ne rendiamo conto.

Quali sono le tendenze attuali che stai osservando nel settore vinicolo e quali prevedi per il futuro?

Da parte del consumatore c’è un crescente interesse verso i territori e la tendenza è quella di non fermarsi a una denominazione forte, ma di ricercare produzioni artigianali e legate al territorio di origine.

Se dovessi scegliere uno dei tuoi vini prodotti in questi venti anni, quale sarebbe e perché? Raccontaci la sua storia.

Le lucciole. Un cru, che nasce da una vigna di nemmeno un ettaro, piantata su un suolo particolare, laddove 3 milioni di anni fa c’era la barriera corallina.

L’unicità di Predappio è racchiusa in questa bottiglia, che è unione di mare e montagna e viene vinificato in modo più tradizionale possibile.

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