Facciamo le carte al 2022 della birra artigianale

Come stanno i birrifici italiani? Quale birra artigianale degusteremo di più in questo 2022 ?  Le risposte di Andrea Turco

Il 2022 parte tra interrogativi, alcune certezze, auspici e qualche atto di puro coraggio imprenditoriale. E la stampa di settore cerca di stare al passo, ipotizzando scenari per l’immediato futuro.
Questo proviamo a fare con Andrea Turco, figura di riferimento ed esperienza del panorama birrario. Con lui parliamo di come si ipotizza potrà essere il 2022 per la birra artigianale, tra ripresa post pandemia e bonus birrifici.

Andrea Turco
Andrea Turco

Attivo da più di 15 anni nel comparto della birra artigianale, è il fondatore e curatore di “Cronache di Birra”, testata online leader nel settore in Italia. Organizza corsi ed eventi sulla birra di qualità, è docente e giudice birrario e opera consulenze nell’ambiente.

Intanto vediamo com’ è stato il 2021 per la nostra birra artigianale

“Direi un anno complicato, che possiamo suddividere in due fasi. La prima è stata segnata da pesanti limitazioni per il settore, specie a causa del perdurare delle restrizioni nei confronti di locali e ristoranti. La seconda fase, cominciata in primavera inoltrata, ha invece mostrato buoni segnali di ripartenza e un tiepido entusiasmo. Nonostante le chiusure, in genere i birrifici sono riusciti a reggere l’urto della pandemia grazie soprattutto alla loro capacità di adattamento. È però emersa un’eccessiva dipendenza dal canale Horeca, tanto che molti produttori artigianali sono rimasti a lungo fermi nonostante l’industria birraria sia rientrata tra quelle attività abilitate a operare anche durante il lockdown”.

birra artigianale 2022

Facciamo le carte al 2022: dando per assunti diversi fattori che dovrebbero portare finalmente ad un generale miglioramento della situazione (tra i quali: le vaccinazioni, l’arrivo della bella stagione, la variante Omicron che trasforma la pandemia in endemia), che anno ti aspetti per la birra italiana?

“Voglio sperare che il 2022 sia un anno di definitiva ripartenza per il settore, ma contemporaneamente temo un inverno caratterizzato da chiusure per contagi, quarantene e cambio di colore delle regioni. Tuttavia ripongo molte aspettative nella primavera, quando dovremmo vivere una condizione di semi-normalità. Auspico che sia possibile tornare a organizzare grandi manifestazioni birrarie e che in genere possano ripartire tutti i progetti tenuti in sospeso in questi mesi. Attendo dati molto incoraggianti dai consumi pro capite”.

Da un punto di vista produttivo: come saranno le birre del 2022?

“In questo momento mi sembra che il settore ricerchi il pragmatismo, anche in termini di stili birrari. Probabilmente le incertezze legate al Covid hanno suggerito di abbandonare tipologie strane ed eccentriche per prodotti più concreti. Tale valutazione è in parte alla base della rinascita delle classiche basse fermentazioni, che caratterizzerà anche il 2022. Parallelamente il luppolo resterà grande protagonista, con una diffusione di tecniche e prodotti di nuova generazione che migliorano non solo la resa organolettica delle birre, ma permettono anche di ottimizzare il lavoro in birrificio”.
Insomma il bisogno di certezza e solidità si riflette anche sugli stili birrari…
“Direi di si. In generale ho comunque l’impressione che la pandemia sia arrivata in un momento in cui il settore stava per compiere un ulteriore salto di qualità. Ci sono diversi progetti rimasti in sospeso e altri che sono stati portati avanti con difficoltà. Spero che il superamento dell’emergenza sanitaria possa offrire nuovo slancio a tutto il comparto, aprendo una nuova era nel suo processo di crescita”.

(Stefania Abbattista)

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