Indice Bigot: premiati i primi vigneti

Sono 50 le aziende vinicole italiane che hanno ricevuto l’Attestato dell’Indice Bigot per alcuni dei vigneti di loro proprietà

“In questo anno di applicazione – dice Giovanni Bigot, agronomo e ricercatore friulano, fondatore della società Perleuve – il metodo che ho messo a punto in anni di osservazioni, raccolta dati e studi è stato accolto favorevolmente da molte aziende consapevoli che i grandi vini si fanno nel vigneto.

Molti produttori vitivinicoli hanno manifestato l’interesse  a conoscerlo, proprio perché l’applicazione del metodo, che sottende all’Indice Bigot permette di individuare gli strumenti necessari per migliorare progressivamente la qualità delle uve ottenute, in quel vigneto, in base all’obiettivo enologico”.

Fra i vigneti premiati con Indice Bigot sopra i 90 punti su 100 sono: in Friuli-Venezia Giulia il vigneto Refosco Buttrio di Vigne di Zamò, il vigneto Tocai Bert dell’azienda agricola Sturm e il vigneto Sauvignon Lungo Strada di Russiz Superiore; in Piemonte il vigneto Nebbiolo San Lorenzo di Gaja e il vigneto Barbera Barturot di Ca’Viola; in Toscana il vigneto Merlot Forra Alta di Tenuta Nozzole, il vigneto Sangiovese Oliveto di Tenuta La Fuga; in Sardegna il vigneto Pardoniga Mandrolisai dell’azienda Bentu Luna

L’Indice Bigot, messo a punto da Giovanni Bigot, risponde alla necessità di conoscere in modo certo e scientificamente quantificabile la reale qualità dei propri vigneti.

Si tratta di un metodo per valutare, da 0 a 100, il potenziale qualitativo di un vigneto, considerando i fattori viticoli che hanno influenza diretta sulla qualità del vino: produzione, superficie fogliare esposta (SFE), rapporto tra foglie e produzione (SFE/kg), sanità delle uve, tipo di grappolo, stress idrico, vigore, biodiversità e microrganismi, età del vigneto. 

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