Enoturismo: per il post Covid le cantine sono ottimiste

Secondo Winetourism circa l’80% delle cantine ritiene che l’enoturismo nella propria regione aumenterà nei prossimi 10 anni

Nonostante la pandemia, disastrosa per il settore del turismo, la maggior parte delle aziende vinicole del mondo ritiene che l’enoturismo si risolleverà. Circa l’80% delle cantine, secondo un sondaggio internazionale di Winetourism.com riportato da Federvini, ritiene che il turismo del vino nella propria regione aumenterà nei prossimi 10 anni.

Più della metà delle aziende vinicole ha riferito di aver perso il 50% o più del proprio reddito da enoturismo. Alcuni paesi hanno fatto meglio di altri: in Australia, probabilmente perché sono riusciti a mantenere bassi i tassi di infezione nelle regioni vinicole, più del 20% delle cantine ha registrato un aumento del reddito del turismo del vino nel 2020. Segue la Germania con l’11% delle aziende vinicole che hanno segnalato un aumento del reddito del turismo del vino.

La grande maggioranza delle aziende vinicole – l’89% – ritiene che l’enoturismo tornerà alla normalità entro il 2022. Tra queste, il 31%, è ancora più ottimista: alcune aziende vinicole francesi pensa che l’enoturismo tornerà alla normalità entro il 2021. Oltre il 30% delle aziende vinicole anche in Australia e Spagna crede che il turismo del vino tornerà alla normalità nel 2021.

Per quanto riguarda la fonte più importante di reddito per l’enoturismo, il 56% delle aziende vinicole ha affermato di vendere vini in cantina, mentre il 37% guadagna di più dalle degustazioni, dai costi dei tour e da altre esperienze come i corsi di cucina. Circa l’8% delle aziende vinicole ricava la maggior parte del proprio reddito dal turismo affittando la struttura per matrimoni o feste private.

Il cliente tipi? Il 57% delle aziende vinicole ha risposto assaggiatori di vino occasionali, mentre il 15% ha risposto degustatori di vino sofisticati. Esiste un rapporto 4:1 nelle sale di degustazione tra le due tipologie di visitatori? Dati del genere sarebbero utili in future indagini, poiché il 32% delle cantine prevede di aumentare i propri investimenti nel turismo del vino nei prossimi anni.

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