Una discarica nelle terre del Primitivo di Manduria

Sull’ipotesi di una discarica da 30 mila tonnellate di rifiuti nella città in provincia di Taranto si sono espressi negativamente il Consorzio e Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabria

Il Consorzio del Primitivo di Manduria ha esplicato la sua posizione rispetto sull’ipotesi di un centro di compostaggio nella cittadina della provincia di Taranto.

Il presidente del consorzio Mauro di Maggio ha così dichiarato: “Decidere di finanziare una discarica da 30 mila tonnellate di rifiuti in un territorio da sempre vocato all’enologia e alla produzione di uno dei vini più importanti in Italia, come il Primitivo di Manduria, è una mortificazione inaccettabile non solo per il nostro territorio ma per l’intera regione”.

“Ad essere offesa – prosegue – è la storia secolare dei nostri avi che hanno dato la vita per rendere feconde queste terre, uno schiaffo violento ai modelli di sviluppo ecosostenibile che tante nostre aziende stanno mettendo in campo con dedizione e intelligenza”.

“Siamo vicini alla presa di posizione di Assoenologi – continua l’ente pugliese in una nota – per dire no ai rifiuti a Manduria. Una decisione così importante, che segna il destino di un territorio, non può non essere presa nel rispetto di storie, tradizioni, vocazioni. E andrebbe a lesionare l’immagine di un territorio e con lui la nostra dop conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo”.

Ritorna il pericolo delle discariche nelle terre votate alla produzione del vino dopo il pericolo scampato sugli impianti di Primitivo in Sicilia. “Essendo il vino uno dei settori primari della regione, sembra quantomeno strano che proprio in questo comune continuino ad allargare le discariche già esistenti. Un territorio che punta tutto sull’enoturismo non può trovarsi ad essere la discarica della Puglia”, ha dichiarato Massimo Tripaldi presidente di Assoenologi Puglia, Basilicata e Calabria.

“Ho ricevuto decine di telefonate da produttori di vino e da persone del settore preoccupatissime e sconcertate da questo tipo di ipotesi – ha aggiunto l’enologo – anche perché il discorso non riguarda solo Manduria ma tutta la Puglia, essendo questa città un simbolo della Puglia in tutto il mondo. La Denominazione qui prodotta può fare da traino all’intero settore”.

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