Dazi USA: vino italiano è salvo

Colpite dai dazi Francia e Germania. La Ministra Bellanova: “Adesso più che mai non è tempo di guerre commerciali”.

Gli Stati Uniti hanno deciso di lasciare invariata in valore la lista dei prodotti europei soggetti ai dazi nonostante gli aiuti illegali ad Airbus. Non verrà messa in atto la minaccia di aumentarli al 100% dall’attuale 15% e 25% e di includere nella lista, che ha un valore di 7,5 miliardi di dollari, altri 3,1 miliardi di prodotti.

Saranno rimossi dalla lista dei dazi alcuni prodotti da Grecia e Gran Bretagna, e un valore equivalente sarà invece aggiunto a Francia e Germania.

Per quanto riguarda l’Italia, nella lista dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione statunitense, non compaiono, come invece si temeva, pasta e olio e soprattutto vino.

“Ancora una volta l’Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus. Non ci sarà alcun dazio aggiuntivo negli Stati Uniti sui vini del nostro Paese, almeno per questo nuovo round”. Ad annunciarlo è il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona, a commento della decisione relativa al rinnovo dei dazi imposti dal rappresentante del Commercio americano (Ustr) nell’ambito dell’indagine Airbus che ha colpito invece Francia e Germania con dazi aggiuntivi, compensando così riduzioni di tariffe applicate a Grecia e Gran Bretagna. Secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di UIV, gli Stati Uniti rappresentano il primo buyer di vino al mondo e l’Italia è tornata a essere il primo Paese fornitore.

“Ancora una volta abbiamo scongiurato il rischio di danni irreparabili per le nostre eccellenze agroalimentari e una filiera che la pandemia ha messo duramente a prova. Adesso più che mai non è tempo di guerre commerciali”. Così la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova commenta la decisione dell’Ustr (United States Trade Representive) di non aggiungere alcun dazio ai prodotti italiani. “Un’ottima notizia per le nostre filiere agroalimentari, soprattutto quelle che negli anni sono state capaci di conquistare quote di mercato sempre più rilevanti nell’export verso gli Usa. E la dimostrazione evidente che quando a muoversi è, all’unisono, un intero sistema-paese, politica e diplomazia, i risultati arrivano”

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